La mia Juve o la mia Inter? Sono momenti diversi dal punto di vista storico: il calcio è cambiato, Inzaghi pratica un gioco più di manovra mentre la Juve aveva grandissimi giocatori che avevano vinto tanti titoli. Questo è un gruppo che cresce, comincia ad avere il suo palmares: c'è tanto da fare ma va riconosciuto il merito di crescere continuamente. Sono due belle realtà.
Io presidente Figc? No, con l'Inter sono legato fino al 2027 e mi trovo molto bene. Poi lì avrò 70 anni ed è giusto cambiare professione: magari mi dedicherò allo sport in tematiche sociali e nella valorizzazione dei giovani che ancora non riescono a svolgere l'attività sportiva nei giusti canoni. Vorrei fare tanto per loro, lo farei con divertimento: la Federazione non è una cosa che mi interessa ma guardo con rispetto il ruolo di presidente.
L'eliminazione in Champions non ha modificato i piani, la sintesi del lavoro fatto è nello striscione che ci ha accolto allo stadio. La società come i tifosi è fiera del gruppo, siamo contenti: un conto è vincere il campionato, che viene vinto dalla più forte, mentre la Champions è legata a fattori particolari. Guardate Real-City, una uscirà, ma chi esce non è scarso. E' un torneo, non un campionato: siamo usciti ai rigori, non viene sminuito il nostro valore.
Oaktree? È una domanda di pertinenza della proprietà. Non entro nel merito. La proprietà è presente e non abbiamo nessun problema da questo punto di vista. Gestiamo la società con tranquillità e stiamo programmando il futuro. Io sono certo che questa tematica sarà affrontata dal presidente al più presto e lo sarà per il bene e la storia dell'Inter, nel rispetto dei tifosi".
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