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Lukaku una pippa, Lautaro scarso, Conte indeguato. Leggo tanti commenti in queste ore di tifosi che ragionano di pancia, come forse giustamente un tifoso deve fare. Ma smaltita la delusione si devono fare delle riflessioni vagamente più sensate e ragionate. Dopo un anno e mezzo la crescita della squadra è totale: nessuno quest’anno ha messo sotto l’Inter, nessuno. Un anno fa il gap era evidente nei big match e spesso si sottolineava come nelle due sfide, proprio con la stessa Juventus, gli uomini di Conte non avessero mai dato l’impressione di potersela giocare.
Ecco oggi si può dire che quella differenza è stata colmata, al netto di una rosa bianconera evidentemente superiore nella sua totalità. Nelle 3 sfide con i bianconeri l’Inter ha dimostrato di essere cresciuta anche sotto il profilo della mentalità, del saper stare bene in campo. L’eliminazione dalla Coppa Italia in semifinale è una diretta conseguenza degli errori individuali dei giocatori. Volete buttare tutto all’aria? Liberissimi, io no. Perché sarebbe un errore clamoroso. Non credo che Lukaku e Lautaro siano scarsi. Gli attaccanti vivono dei periodi di appannamento più o meno normali, a volte capita che sbaglino gol a ripetizione, a volte che non stiano bene fisicamente. È lì che la rosa lunga ti permette di sopperire. Avessimo avuto a disposizione delle alternative valide magari oggi faremmo altri discorsi. Nel primo tempo la squadra ha fatto quel che doveva, è mancata la solita lucidità sotto porta e quando non segni diventa dura ribaltarla.
Ma l’ossatura c’è, la mentalità anche. Serve più cattiveria, che forse manca anche per questioni temperamentali. Nel secondo tempo con la Juve che ha messo il pullman davanti alla difesa, era impossibile arrivare all’impresa con gli attaccanti in queste condizioni e sbilanciandosi si è rischiata qualche ripartenza di troppo. Ma il danno fatto all’andata ha condizionato tutto. Adesso resta il campionato, che non è poca cosa.
A chi parla di fallimento andrebbero ricordati gli anni di investimenti copiosi conclusi senza neppure il posto Champions dei cari cugini. Ho cari amici di tifo rossonero spariti da anni che son tornati clamorosamente a scrivere messaggini più o meno simpatici, fa niente che in questi anni avessi sempre evitato di girare il coltello nella piaga. A chi parla di fallimento andrebbe ricordata la campagna acquisti estiva di Inter e Juventus, a chi parla dello stipendio di Conte andrebbe ricordato quello di CR7 preso per vincere la Champions. Perché nel mirino c’è sempre e solo l’Inter e Antonio Conte. Perché le critiche sono legittime ma quando è un continuo puntare il dito non è più critica, ma preconcetto.
Continuo a restare basito invece dall’assordante silenzio del Presidente dell’Inter Steven Zhang. Per l’ennesima volta ribadisco i meriti di una proprietà che fin dal suo ingresso ha investito per riportare l’Inter nelle zone che le competono. Tuttavia servirebbe una presa di posizione ufficiale, servirebbe spiegare a milioni di tifosi, profondamente preoccupati e turbati, cosa sta accadendo. Se si vuole vendere, quanto, come.
Sarebbe stato doveroso restare a Milano, vicino alla squadra, vicino alla dirigenza per dare un’idea di solidità, per non generare quella sensazione di smarrimento che è negli occhi e nella testa di una squadra che nonostante tutto sta lottando per un traguardo importante. Lo merita il blasone di un club storico, lo meritano milioni di tifosi che non hanno mai fatto mancare il proprio supporto soprattutto in questi anni così maledettamente complicati e lo meritano dirigenti e giocatori.
Non sarebbe costato nulla a Steven Zhang restare qui a Milano in questa fase cosi delicata, non sarebbe costato nulla dire due parole invece che trincerarsi dietro un silenzio imbarazzato. Ma tant’è. Dispiace perché ci sono modi e modi per separarsi e questo è sicuramente il peggiore.
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