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Inter, la storia non ci hai neanche provato a scriverla. Gestione e fame: cos’è mancato

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L'analisi di quanto è accaduto nel derby di Milano: l'Inter di Simone Inzaghi cade contro il Milan di Fonseca per 2-1
Marco Astori Redattore 

L'Inter cade, ad un solo passo dal poter fare la storia. Ma questa storia la squadra di Simone Inzaghi non ha mai provato nemmeno per un attimo a scriverla. La sconfitta nel derby contro il Milan arriva forse nel momento in cui ce lo aspettava di meno: i nerazzurri arrivavano dalla grandissima prestazione di Manchester, mentre i rivali dalla batosta contro il Liverpool. Eppure in campo è successo tutto il contrario rispetto alle previsioni: la squadra che ha mostrato più carattere e voglia è stata quella di Fonseca, che salva la panchina e riparte. Mentre per l'Inter, che aveva un'occasione unica di vincere sette derby di fila come mai nessuno aveva fatto, dovrà essere una settimana di riflessioni.

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L'Inter è apparsa proprio scarica, sia mentalmente che fisicamente: mentre il Milan è apparso rigenerato dal cambio del modulo e di filosofia, i nerazzurri hanno messo in campo una delle peggiori prestazioni dell'era Simone Inzaghi. La squadra non ha difeso con la solita compattezza e attenzione: gli avversari hanno trovato spazi che di solito non esistono, mentre la produzione offensiva è stata sterile e poco efficace. E il gol di Dimarco ne è la prova: è bastata un'azione classica e l'Inter è andata in gol. Peccato che nel corso della partita questo sia stato un episodio isolato.


E anche la gestione della gara ha mostrato pecche non indifferenti: la paura di Simone Inzaghi dei gialli a Calhanoglu e Mkhitaryan lo ha indotto a cambiare quasi totalmente il suo centrocampo titolare, rendendo la squadra ancora più prevedibile e regalando altro campo al Milan. Tutti ci saremmo poi aspettati Zielinski e non Frattesi per Mkhitaryan (dopo l'ottima prova di Manchester), e un cambio in attacco, dove Lautaro e Thuram sono apparsi molto più che appannati. E se lo scorso anno reggeva la scusa dei cambi non all'altezza, ieri Taremi sarebbe stato molto utile per provare a tenere qualche pallone in più su, soprattutto negli ultimi 20', dove l'Inter ha fatto una fatica mortale a giocare. Gestione dunque più che rivedibile nella preparazione (per come il Milan ha sorpreso l'Inter nonostante si conoscesse formazione e modo di giocare già alla vigilia) e nella gestione.

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L'Inter non ha la pancia piena. Non ce l'ha e non può averla. Perché non basta uno scudetto per sedersi sugli allori e sottovalutare gli impegni. Però è inevitabile che sia necessaria un'importante sterzata in campionato, perché 8 punti in 5 giornate non è un punteggio accettabile per i campioni in carica. E' apparso chiaro come la squadra abbia tutta l'intenzione di puntare anche ad un cammino più lungo possibile in Champions League, ma il campionato non si può e non si deve prendere sottogamba: anche perché gli avversari quest'anno sono tanti e più agguerriti che mai. Questa sconfitta serva da lezione: la stagione è lunga e gli obiettivi sono tanti, ma vanno tutti affrontati con la stessa fame. Quella da Inter.

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