Tre punti sofferti, conquistati e meritati. L'Inter ieri sera non aveva scelta: soltanto una vittoria contro il Borussia Dortmund avrebbe lasciato aperto uno spiraglio consistente alle speranze di qualificazione. Ben consapevole dell'importanza della gara, nonostante le diverse defezioni, Conte è riuscito a mettere in campo una formazione in grado di imbrigliare per larghi tratti le fonti di gioco avversarie. Magistrale dal punto di vista tattico, convincente sul piano del temperamento e finalmente concreta al punto giusto negli ultimi metri. Elementi che hanno portato la banda nerazzurra a superare a pieni voti la prova di maturità e a guardare negli occhi, senza alcun timore, un avversario che di recente è stato discreto protagonista a livello internazionale. Stavolta, a differenza della partita col Sassuolo, nessuno ha tradito le attese. Per la gioia dell'allenatore, pienamente soddisfatto a fine gara della prova dei suoi.
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Inter, nel nome del Toro: Lautaro pepita d’oro. Dopo il rigore sbagliato il segnale migliore
L'analisi di Fcinter1908.it su quanto accaduto ieri sera al Meazza in Inter-Borussia Dortmund
UNDICI LEONI - La qualità del gioco si è abbinata allo spirito che Conte ha provato a trasmettere fin dal primo giorno di ritiro. E i risultati sono stati evidentissimi. L'esperienza di Godin e Asamoah, il tempismo di De Vrij, la visione di gioco di Brozovic, lo spirito di sacrificio di Barella e Candreva, la cattiveria di Lautaro Martinez. Tanti i protagonisti, perfino il giovanissimo Esposito, entrato col piglio dei grandi e in grado di conquistare un rigore che avrebbe probabilmente meritato anche di calciare. Ma Lautaro, si sa, pigliatutto. E questo è il suo punto di forza: lasciarsi trascinare dal suo istinto, per vivere da protagonista ogni momento. Senza mai accontentarsi. Volto della partita e del presente dell'Inter, nonostante l'errore dal penalty. Tanta, tantissima roba.
IL SEGNALE MIGLIORE - Proprio dopo il rigore sbagliato dal Toro è arrivata la notizia migliore per Conte. L'Inter non ha abbassato i ritmi ed ha avuto le spalle sufficientemente larghe per affrontare il vento contrario e determinare comunque i successivi episodi, fino al secondo gol che ha poi chiuso definitivamente i giochi. Senza finire in balia degli avversari e inciampare nella paura di veder sfumare il risultato. Come fanno le grandi squadre.
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