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Inter, non è Brozovic la soluzione ai problemi. Un dato segna la differenza con il passato

Daniele Vitiello

Per i nerazzurri altri tre punti per continuare a lavorare con maggiore tranquillità

Altri tre punti, per continuare a mettere fieno in cascina e dare la possibilità a Luciano Spalletti di lavorare nella maniera più tranquilla possibile. L'Inter torna alla vittoria, cancellando il mezzo passo falso di Bologna, e, nonostante le difficoltà emerse, prosegue il suo cammino sulla scia di Juventus e Napoli, portando a quattro i punti di vantaggio sui cugini del Milan. Al Meazza, quando ormai gli ultimi granelli stavano per colmare la parte inferiore della clessidra della pazienza del tifo nerazzurro, Danilo D'Ambrosio ha sfoderato l'incornata vincente, archiviando la pratica Genoa nel migliore dei modi. Eppure la Beneamata, come sottolineato anche dal suo tecnico al triplice fischio, ha confermato i limiti in fase d'impostazione, legati soprattutto all'appannamento di Borja Valero, nell'ultima settimana meno brillante dei primissimi incontri di stagione.

Lo spagnolo risulta essere una delle poche fonti di gioco di una squadra che continua ad essere troppo prevedibile sulle corsie esterne e che non ha trovato di certo in Marcelo Brozovic e nella sua stucchevole latitanza sulla trequarti la soluzione ai problemi in quella porzione di campo. Problemi che potrebbero essere in parte superati dall'imprevedibilità che Karamoh ha dimostrato di poter garantire nello scorcio di gara avuto a disposizione. Il talento dell'ivoriano tornerà spesso utile alla causa nerazzurra, soprattutto contro squadre che concedono davvero pochi spazi. Un dato che fa però ben sperare è quello legato alla difesa, che in sei giornate ha subito appena due gol, ben quattro in meno rispetto alla scorsa stagione, quando contro Chievo, Palermo, Pescara, Juventus, EmpoliBologna, la porta nerazzurra fu violata per ben sei volte. Banale, ma sempre utile, ricordare che nel nostro campionato molto spesso la spunta chi subisce meno reti e non chi riesce a farne uno in più dell'avversario.