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Inter brutta? Ma non era cinismo? E “quel cambio” non l’avrebbe mai chiesto nessuno

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Piovute numerose critiche all'Inter dopo la vittoria sull'Atalanta: segno che la squadra di Antonio Conte sta andando nella direzione giusta

Marco Astori

Erano tutti lì, a tifare gli altri nerazzurri. A sperare in una caduta, in uno stop che avrebbe rimescolato davvero tutte le carte. E invece è finita male per chi si augurava un crollo dell'Inter di Antonio Conte. Che esce da San Siro con tre punti d'oro nella corsa allo scudetto e senza concedere neanche un gol all'Atalanta. Ma questo non basta. Perché gli elogi non vanno alla compattezza, al cuore e alla dedizione di questi ragazzi. No, vanno ad Handanovic, reo di aver realizzato addirittura due parate e per aver fatto ciò per cui è bravo. E poi arriva quel concetto, ormai ripetuto talmente tante volte che suona noioso: l'Inter è brutta. No. Proprio non lo è.

Brutta proprio no

Perché sì, l'Inter non avrà giocato una delle sue migliori partite contro l'Atalanta, non avrà mostrato un calcio spettacolare. Anzi, ha giocato con il solo pensiero al risultato finale. Ma qual è il modo giusto per affrontare l'Atalanta? Aperti come la Roma, che perde 4-1 a Bergamo? O come il Milan, che prende una sonora lezione dalla Dea il 23 gennaio? O chiusi e accorti come l'Inter? Rispondete voi. E soprattutto l'aggettivo "brutto" non si addice per niente alla partita vista lunedì, almeno dalla parte interista. Perché vedere ogni giocatore col sangue agli occhi, rincorrere l'avversario, fiondarsi su ogni pallone e dare ciò che ha in campo è tutto fuorché brutto. Al contrario, è bellissimo. E, soprattutto, una squadra che realizza ben 63 gol in 25 partite non può essere brutta: magari sarà antipatica, ma a quello siamo abituati.

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L'Inter poi non è solo brutta, ma secondo molti avrebbe addirittura meritato di perdere lunedì sera. Noi però ci sentiamo in dovere di ricordare come al Meazza fossero di fronte i due migliori attacchi del campionato italiano e come la squadra di Gasperini, che mediamente a partita crea una decina di palle gol nitide, sia arrivata alla conclusione nello specchio solo cinque volte. Vero, l'Inter solo una: ma una volta la Juventus di Allegri veniva definita cinica per il fatto di vincere tante partite 1-0 con pochissime conclusioni per poi pensare solo a difendere il risultato. Però l'Inter, se lo fa, non lo è: è brutta e viene addirittura criticata per aver ottenuto la vittoria. Annullando però Gosens, Muriel, Ilicic e Zapata: 38 gol in 4, scusate se è poco.

Nessuno sarebbe mai uscito

A fine serata poi è arrivata la stangata di Antonio Cassano: "Non posso accettare che all'Inter stiano in dieci dietro la linea della palla. Fossi stato in campo dopo 20' mi sarei fatto cambiare". E' chiaro come FantAntonio parli da tifoso che vuole vedere la propria squadra giocare bene, però è doveroso un appunto. I giocatori dell'Inter, oggi, hanno fame e una disperata voglia di vincere dopo anni di magra. E non importa se tutti all'attacco o tutti dietro. E tutto il caos legato al futuro societario "aiuta" in questo senso: il gruppo è compatto, non molla e vuole il successo a tutti i costi. E proprio per questa ragione, Lautaro, come tutti gli altri, il cambio, non l'avrebbe mai chiesto, se non per sfinimento: perché un attaccante che passa 75' a fare l'ala, a raddoppiare e a pressare non pensa a sé stesso ma all'unico intento nerazzurro, il gruppo. E merita soltanto applausi. Come tutta l'Inter, bella o brutta che sia.

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