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Inter, ora non fermarti. Inzaghi aveva ragione. Fattore Alexis. Un dato deve far riflettere

L'analisi di FcInter1808 sulla vittoria dell'Inter in Supercoppa contro la Juventus

Gianni Pampinella

Diciassette anni, un'era calcistica fa. Proprio come allora l'Inter batte la Juventus in Supercoppa e le coincidenze non finiscono qui. Anche in quell'occasione i nerazzurri vinsero ai supplementari, a deciderla fu un argentino, Juan Sebastian Veron, ieri ci ha pensato un cileno a riportare la Supercoppa a Milano dopo 11 anni. Corsi e ricorsi storici si intrecciano in una serata che i tifosi nerazzurri ricorderanno a lungo. Dopo lo scudetto conquistato a maggio, il club mette in bacheca un altro trofeo grazie anche a uno specialista della Supercoppa, Simone Inzaghi.

Inter, ora non fermarti. Inzaghi aveva ragione. Fattore Alexis. Un dato deve far riflettere- immagine 1

Forse non è stata la sua Inter più brillante della stagione, ma la mole di gioco che produce è impressionante. Basti un dato che dovrebbe far riflettere tecnico e giocatori: il primo tempo si è chiuso con 13 tiri a 2. Risultato? Solo 1-1. Questione di cinismo, quello che è mancato contro un'altra grande, il Real Madrid. Un aspetto su cui Inzaghi dovrà lavorare, soprattutto in vista della gara contro il Liverpool. L'Inter è partita con grande furore agonistico, forse fin troppo perché in alcuni tratti della gara era frenetica con qualche passaggio sbagliato di troppo. Inzaghi era stato chiaro alla vigilia: in gare così non ci sono favoriti.

Inter, ora non fermarti. Inzaghi aveva ragione. Fattore Alexis. Un dato deve far riflettere- immagine 2

Tutto vero, perché nonostante l'emergenza, la Juve si è presentata a Milano determinata a ribaltare i pronostici che davano favorita l'Inter. I bianconeri hanno reso complicata la vita ai nerazzurri, meno precisi del solito. A ribaltare le carte in tavola in una partita che sembrava destinata a finire ai rigori, sono stati i cambi di Inzaghi. Nell'azione che ha portato al gol del 2-1, decisivi sono stati i tre giocatori entrati dalla panchina: Dimarco, Darmian e Sanchez. A proposito del cileno, curiose le sue parole al termine della gara: "Avevo fame di vincere, speravo di giocare dopo la Lazio. Sono come un leone in gabbia, se mi lasciano giocare sono un mostro".

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Parole di un giocatore che vuole ancora essere decisivo e che in questo momento meriterebbe di partire titolare, soprattutto considerando il calo di forma di Dzeko e un Lautaro così così. Il Toro, bravo e freddo dal dischetto, qualche minuto prima aveva sbagliato due gol facili. Ecco, da uno come l'argentino ci si aspetta altro. L'ultima postilla la vogliamo dedicare al terreno di gioco di San Siro: semplicemente indecoroso. Non è possibile che uno stadio come il Meazza, abbia un terreno di gioco così malmesso. Il problema sembrava superato con il misto sintetico, ma in questa stagione si sta riproponendo con frequenza, troppa.

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