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"La vittoria contro il Tottenham è ossigeno puro per questa Inter che aveva bisogno di una vittoria scaccia crisi. Perché è inutile girarci attorno, dopo l’inizio stentato in campionato le nubi sulla panchina di Spalletti erano già pronte a tuonare. Vincere contro il Tottenham può segnare un nuovo punto di partenza per i nerazzurri che quest’anno erano partiti con meno convinzione e determinazione rispetto un anno fa. Bisogna però recuperare gli infortunati e ritrovare la miglior condizione fisica, ma si sicuro si andrà a Genova con uno spirito ben diverso, con la consapevolezza che dopo aver dilapidato troppi punti nelle prime giornate non sono più concessi passi falsi.
"In tutto questo non possiamo dimenticare quanto accaduto in queste prime giornate di campionato. Perché al netto delle responsabilità di squadra e allenatore, gli errori arbitrali non possono e non devono andare nel dimenticatoio. C’è un problema VAR che dev’essere risolto. Dopo la sperimentazione e di conseguenza gli errori iniziali sembrava che si fosse trovata la strada giusta. Certo bisognava ancora migliorare diversi aspetti, come le tempistiche ad esempio, ma di fatto si iniziava ad intravedere un utilizzo congruo rispetto alle criticità del sistema. Se non che ad un certo punto c’è stata come una crisi di rigetto del sistema ( ovviamente celata), c’è chi ha parlato di una ricusazione degli stessi arbitri che vedevano limitata la propria attività decisionale.
"Io non so se corrisponda al vero ma ho sempre ritenuto, magari sbagliando, che se fossi stato un arbitro avrei solo tratto vantaggio dall’utilizzo del mezzo televisivo per evitare errori magari grossolani evidentemente non voluti sia chiaro. Ma qualcosa scricchiola. In occasione del Mondiale l’utilizzo del VAR viene ristretto e da alcuni è stato ritenuto un esperimento migliorativo, dimenticando però che il Mondiale si disputa su un numero di partite sensibilmente inferiore rispetto ad un campionato. L’IFAB ha voluto così ridurne l’incidenza introducendo la dizione ’chiaro ed evidente errore’ ( prima era semplicemente ‘chiaro errore’). Sembra una cosa da nulla, in realtà questo avvio di campionato ha mostrato l’esatto opposto. Gettando tutti nella confusione più totale.
"Perché diciamocelo, in questo modo il VAR oltre che essere inutile è dannoso. Perché inserire dei paletti cervellotici che creano solamente confusione? Non sarebbe meglio semplificare il tutto? A chi giova tutta questa confusione? Dopo la sperimentazione dello scorso campionato si era arrivati a buon punto. Perché ripartire quasi da zero? Di fatto in queste prime giornate di campionato abbiamo assistito ad una serie di follie arbitrali che hanno scatenato tonnellate di polemiche che con il semplice ausilio delle immagini si sarebbero potute evitare ed onestamente queste decisioni vanno al di là del norma restringente modificata dall’IFAB. Quindi? Che succede? Perché è ora di finirla di trincerarsi dietro mere questioni politiche, non abbiamo già toccato il fondo?
"In tutto questo sistema asfittico capisco poco la non presa di posizione della nostra società: perché nessuno ha detto mezza parola dopo Sassuolo e Parma? Perché tutti si possono permettere la qualunque contro l’Inter senza alcuna remora? Perché dobbiamo ritenerci ‘figli di un dio minore’? Chi dev’essere preposto ad intervenire?
"Personalmente accuso la mancanza di figure di riferimento che abbiano nelle viscere sangue nerazzurro. Zanetti con tutto il bene non è mai stato incline alla battaglia dialettica. Ci manca tanto, troppo Massimo Moratti, che avrà certo dei difetti, ma se non altro ha sempre difeso in tutti i modi l’Inter contro tutto e tutti. Quando torneremo a farci rispettare nelle sedi opportune? Perché dover abbassare la testa di fronte ad ingiustizie conclamate? Difficile uscirne di questo passo e non può toccare ad un AD che ha ben altre specificità. Se per Steven Zhang non è un aspetto culturalmente da prendere in considerazione, sbaglia. Non possono essere sempre i tifosi a fare anche la parte della società. C’è bisogno di una sveglia, ed è il caso che qualcuno ai piani alti se ne renda conto.
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