Ma non è stato soltanto questo a generare una percezione differente. La parabola dell'ex centrocampista dell'Atalanta racconta bene cosa sia accaduto: "Nel 2017 il classe 1995 fu strappato all'Atalanta per oltre 20 milioni di euro tra prestito e obbligo di riscatto, approcciando all'Inter con i gradi di promesso titolare in una squadra in difficoltà e in ricostruzione. Attese inizialmente rispettate e posto conquistato, senza però riuscire a tenere poi il passo quando le ambizioni societarie sono aumentate, al pari con la concorrenza interna. E proprio mentre D'Ambrosio è diventato un idolo delle folle nonostante uno spazio in continua riduzione, l'affetto popolare per Gagliardini si è perso".
A gennaio 2023 il punto di non ritorno. Gagliardini rilascia un'intervista in cui esterna l'insoddisfazione per lo scarso minutaggio riservatogli da Inzaghi. Stoccata ingiustificata per società e tifosi, considerando il rendimento del centrocampista quando chiamato in causa: "Porta aperta per l'addio dopo sei anni e cinque trofei, senza grossi dispiaceri. Senza striscioni e applausi, ma con qualche fischio. Ora Gagliardini ritrova la sua Inter, da titolare come desiderava un anno fa, e sfida chi lo ha fatto scivolare in panchina alzando l'asticella. Forse, sarà una motivazione in più.
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