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Inter, per Lautaro un paragone senza senso. Ieri al Meazza è sbocciato un amore

L'analisi di Fcinter1908.it a proposito di Inter-Spal disputata ieri pomeriggio al Meazza

Daniele Vitiello

Di nuovo in vetta, a guardare tutti dall'alto. Premio meritato per un inizio di stagione così arrogante. L'Inter continua a mettere in fila avversari e a collezionare punti, disintegrando record e gonfiando il petto. Che ne sarà a fine corsa dei nerazzurri nessuno può saperlo, ma fare le cose nel modo giusto, di volta in volta, aiuta eccome. Nonostante le insidie, la squadra di Antonio Conte ha portato in porto ancora una volta la barca e stavolta col muso davanti ai favoriti. Gestendo defezioni varie e stanchezza accumulata, senza sottovalutare la Spal, arrivata a San Siro senza aver mai segnato prima in trasferta e da penultima in classifica. Proprio ciò che serviva, in avvicinamento ai prossimi cruciali snodi della stagione: Roma e Barcellona faranno visita al Meazza nell'arco di pochi giorni e i nerazzurri hanno dimostrato di essere assolutamente pronti a tutto.

COME GABIGOL - Ancora lui, Lautaro Martinez. La riserva di Icardi, per qualcuno 'il nuovo Gabigol' (quello visto all'Inter, non il gemello che intanto continua a segnare a raffica proprio come l'argentino). Ne ha sentite tante nell'ultimo anno e se l'è segnate tutte. Ora però l'argentino presenta il conto e passa a riscuotere quanto gli spetta. Altri due ganci sferrati all'avversario di turno, lasciato tramortito all'angolo al giro di boa. Partita in discesa e poi in archivio grazie alle prodezze del Toro, che compie ogni giorno passi da gigante verso l'Olimpo del calcio. Avrà il posto che merita e gli interisti sperano che possa goderselo con la maglia nerazzurra indosso e al fianco di quel Romelu Lukaku che anche quando non segna si conferma fondamentale.

SALTA CON NOI - Non cerca empatia, ma con cultura del lavoro e conseguenti risultati sembra inevitabile che si crei alchimia tra Antonio Conte e l'ambiente in cui allena. Il primo atto di un sentimento già coltivato e sempre crescente è la risposta al coro "salta con noi", con qualche saltello che ha scatenato l'entusiasmo del Meazza, in controtendenza rispetto all'imbarazzo al "chi non salta è bianconero" di qualche mese fa. Ma è questione marginale, che lascia il tempo che trova dinanzi alla bellezza della creatura plasmata dal nuovo allenatore nerazzurro.

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