Se Pimco entrasse in scena con un prestito triennale, Oaktree dovrebbe rinunciare al 20% dell'eventuale cessione dell'Inter
"Pimco più lontano, ma ancora non fuori dalla partita. Oaktree, più dentro l’Inter di oggi e, soprattutto, di domani. Il venerdì di silenzio assoluto tra Suning e la società nerazzurra, oltre ogni possibile scontro e muro contro muro, non è certo un segnale che va nella direzione del rifinanziamento con Pimco". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport che prova a fare chiarezza su quanto sta accadendo tra Zhang e Pimco, fondo USA con il quale il presidente nerazzurro tratta da tempo per il rifinanziamento del debito, con Oaktree in agguato.
Tre opzioni
—
"Siamo all’ultimo chilometro ormai. Ma nessuno ha certezze su come finisca questa maratona. Gli scenari possibili, al momento, sono tre. Il primo, fino a ieri sera il meno probabile ma non ancora da escludere: che Oaktree conceda uno slittamento dei termini rispetto alla scadenza di lunedì (che poi sarebbe martedì, considerata la giornata festiva in Lussemburgo), affinché l’Inter finalizzi l’accordo con Pimco e il relativo trasferimento dei soldi. La seconda via: che tra Inter e Oaktree riparta (ammesso che il processo non sia già in atto) il dialogo su un rifinanziamento con termini temporali brevi, molto brevi. Per intendersi: altri sei mesi, di fatto un passaggio tecnico, un periodo entro il quale dovrà essere finalizzata la vendita dell’Inter, in modo tale che il fondo californiano possa mettere le mani, oltre che sugli interessi maturati, anche sul famoso 20% del prezzo di cessione della società. Questa clausola di garanzia è un nodo chiave della vicenda: se Pimco entrasse in scena con un prestito triennale, Oaktree dovrebbe rinunciare a quel guadagno almeno per i prossimi 72 mesi, passaggio un po’... complicato da spiegare agli investitori. Da ricordare come Zhang abbia già rifiutato, nei mesi scorsi, l’ipotesi di un rinnovo del prestito con Oaktree, provando a battere altre strade. Ma ora, messo alle strette, potrebbe riaprire le porte a questa possibilità. E poi c’è il terzo scenario, quello più... automatico, ovvero che Oaktree escuta il pegno sulle azioni e dunque prenda immediatamente il controllo dell’Inter. Dando per scontato che il fondo non voglia tenere a lungo termine il club, questa strada consentirebbe allo stesso Oaktree di gestire in prima persona un futuro passaggio di mano della società nerazzurra verso un nuovo proprietario", spiega nel dettaglio la Rosea.