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Inter, post Juventus: il mistero che avvolge Spalletti e il pericolo da evitare ad ogni costo

L'analisi di Fcinter1908.it dopo Juventus-Inter di ieri sera

Daniele Vitiello

Si ritrova a doversi leccare più ferite di quante ne avrebbe meritate l'Inter di Luciano Spalletti dopo la doppia trasferta con Roma e Juventus, tornata a casa con appena un punto raccolto in due match con avversarie che per classifica e blasone risultano tra le più difficili da affrontare nel loro fortino. L'esiguità del bottino rischia di offuscare gli ottimi segnali mostrati dai nerazzurri in più circostanze nell'arco dei 180' sia sul piano della personalità che su quello tecnico-tattico, pericolo numero uno per una squadra che sta ancora lavorando sul proprio spartito per renderlo più pulito possibile, degno dei più grandi palcoscenici a livello internazionale. Allo Stadium sono mancate lucidità e concretezza nei momenti chiave dell'incontro e spesso nelle zone cruciali del campo, all'alba e al tramonto di un'azione di gioco, principio e fine di una manovra comunque ben organizzata che ha portato la Beneamata a giocare per lunghi tratti meglio dei campioni d'Italia.

Cresce l'amarezza col sospetto che a Torino anche Spalletti abbia il suo carico di responsabilità, più consistente rispetto ad altre occasioni, nonostante l'ottimo lavoro in fase di preparazione dell'incontro. Si chiude l'ombrello che spesso da queste parti ha messo al riparo il tecnico di Certaldo da un accanimento obiettivamente ingiustificato perché si fa fatica a comprendere le motivazioni che lo avrebbero portato a richiamare in panchina Matteo Politano ad inizio ripresa, migliore dell'Inter fino a quel momento a furor di popolo, anche dopo aver ascoltato con attenzione la sua voce nel post gara. Mistero. Resta la sensazione che per iniettare maggiore qualità in mezzo al campo, quella di Borja Valero, non servisse privarsi di chi per estro e talento ha provato almeno per tutto il primo tempo a vestire i panni del trascinatore. Un paradosso che espone stavolta Spalletti a giuste critiche, ma che nulla toglie alla bontà del suo lavoro. Per affidarsi allo spagnolo sarebbe bastato molto probabilmente sostituire una tra le due mezzali, vistosamente calate nella ripresa, o tuttalpiù Ivan Perisic, che al momento non sembra reggere il confronto con l'ex Sassuolo.

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