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GENOA, ITALY - FEBRUARY 13: Simone Inzaghi head coach of Inter looks on prior to kick-off in the Serie A match between UC Sampdoria and FC Internazionale at Stadio Luigi Ferraris on February 13, 2023 in Genoa, Italy. (Photo by Simone Arveda/Getty Images)
Sette punti. Sette lunghezze. Sette motivi per avere rimpianti. Le mancate vittorie contro Monza, Empoli e Sampdoria hanno rallentato la corsa dell'Inter, scivolata a -15 dal Napoli.
La squadra nerazzurra è passato in poche settimane dall'obiettivo scudetto ad essere risucchiata nella lotta per un poto nell prossima Champions League.
Per La Gazzetta dello Sport la diagnosi è chiara: "Inzaghi e i giocatori sanno bene che c’è un problema di elettricità: la tensione si abbassa quando il livello dell’avversario non è motivante a sufficienza".
La preoccupazione del club non è legata al doppio confronto in Champions League con il Porto, bensì al campionato:
"Tutti, dentro il club, erano convinti di aver allestito una squadra in grado di giocarsi lo scudetto fino alla fine, come la scorsa stagione. E non tutto è spiegabile con il cammino straordinario del Napoli. È un aspetto che chiama in causa anche le valutazioni sul futuro del tecnico, sul cui giudizio non peserà solo l’effettivo ingresso tra le prime quattro, ma anche il modo con cui questa eventualmente arriverà".
Il quotidiano si focalizza su tre aspetti chiave della crisi dell'Inter: motivazioni, tattica e nervosismo.
Come sottolineato da Acerbi nell'intervista rilasciata proprio alla Gazzetta dello Sport la scorsa settimana, a volte l'Inter non ha il "mordente" necessario.
"All’Inter è mancata la voglia e la capacità di vincere le partite “sporche”. Ed è un qualcosa che alla fine del campionato, ovvero di un torneo lungo, fa la (grande) differenza tra un successo e un piazzamento".
Poi c'è l'aspetto legato allo schieramento in campo: l’Inter è sempre uguale a se stessa. Inzaghi non abbandona mai la strada del 3-5-2.
"Cambiare potrebbe aiutare? Chissà, magari sì, per sorprendere gli avversari. A maggior ragione per una squadra che non ha in organico un calciatore in grado di inventare una giocata dal nulla. La mente corre subito al Dybala che poteva essere e non è stato. Non c’è un omologo, nella rosa nerazzurra. Ecco perché strambare, a volte, potrebbe risultare decisivo".
L'episodio tra Lukaku e Barella è solo l'ultimo in ordine di tempo. I problemi erano emersi già a settembre scorso con la riunione, dopo il k.o. con il Bayern, tra società, allenatore e dirigenti.
"Oggi la dirigenza al completo sarà ad Appiano: da escludere un bis, ma è probabile che Marotta e soci si confrontino con l’allenatore" rivela il quotidiano.
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