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L’Inter c’è e lancia la sfida: i 3 punti di forza e i 3 punti deboli del mercato nerazzurro

L'editoriale di Daniele Mari, direttore di Fcinter1908, sul mercato dell'Inter: è rivoluzione Conte

Daniele Mari

Un'autentica rivoluzione. La sessione di mercato estiva del 2019 non può essere definita altrimenti. Mauro Icardi, Radja Nainggolan, Ivan Perisic: quelli che sembravano tre autentici pilastri dell'Inter sono stati accompagnati, neanche troppo metaforicamente, alla porta. C'è un nuovo sceriffo in città e si chiama Beppe Marotta. C'è una nuova legge in casa Inter ed è la legge di Antonio Conte.

"Niente personalismi, bisogna sacrificare l'io sull'altare del noi". Il tecnico è stato chiaro, chiarissimo. I tre "top  player" dell'Inter recente erano anche i tre giocatori più ingombranti, i tre giocatori che hanno creato i maggiori problemi. A Spalletti in primis (bisogna rivalutare e di molto il lavoro del tecnico toscano alla luce di quanto emerso) e alla società.

Ma come è stata questa sessione di mercato? Un successone a tutto tondo come ho letto in giro o bisogna tirare un po' il freno all'entusiasmo? Spesso, anche il sottoscritto e faccio mea culpa, abbiamo esagerato con i voti al mercato dell'Inter. Allora preferisco soffermarmi sulla valutazione, senza per forza ridurre il tutto ad un numero ben preciso. Tre punti di forza e tre punti deboli del mercato nerazzurro. Partirei dalle buone notizie:

1) Antonio Conte. Marotta lo ha definito il vero top player dell'Inter, ha persino ammesso di aver sacrificato l'acquisto di un giocatore per averlo. Impossibile dargli torto. Conte è uno degli allenatori più importanti del mondo e in lui albergano tante delle speranze dell'Inter, soprattutto per quanto riguarda la capacità di far overperformare alcuni elementi

2) Spogliatoio libero. Niente più casi, niente più elementi di disturbo. E' stato il diktat di inizio mercato, è stato portato a termine. Mandati via tutti i giocatori incapaci di sacrificare l'io sull'altare del noi. Icardi e Perisic, i grandi duellanti, in primis. Conte si aspetta di lavorare con un gruppo finalmente compatto

3) Il ritorno al tavolo delle big. Senza alcuna certezza in merito alla cessione di Icardi, l'Inter è tornata dopo tanti anni a trattare un big. Non solo nel senso della stazza del giocatore. Romelu Lukaku è un nome importante del panorama internazionale, il Manchester United è uno dei primi tre club al mondo per fatturato. L'Inter ha rinnovato la classifica dei suoi colpi più costosi e ha pagato 65 milioni più bonus senza la sicurezza di recuperarli (cosa per altro non avvenuta). E' un segnale importante anche per il futuro: l'Inter, al tavolo dove si gioca pesante, può starci. Nuovamente

Veniamo alle criticità lasciate in eredità, a mio avviso, da questo mercato estivo:

1) Mancanza del centrocampista top. Era il sogno di tutti, un sogno che aveva persino un volto. Quello di Sergej Milinkovic Savic. Non è stato possibile portarlo a casa, complici le mancate cessioni, e resta oggettivamente un rimpianto. Almeno per me (non necessariamente il serbo, parlo del profilo). Attenuato dalla partenza super di Stefano Sensi. Ma il centrocampo, a livello di qualità, sembra con la coperta corta. L'elemento da salto di qualità definitivo, per ora, è rimasto un colpo inesploso

2) Mancate cessioni. L'Inter si è liberata degli elementi più ingombranti ma delle plusvalenze fatte con la prima squadra neanche l'ombra. Conosciamo bene il metodo Marotta, imposto alla Juve: player trading di livello, bilancio impostato anche sulle plusvalenze. Per ora, l'Inter trova respiro solo dai giovani e dalla Primavera. Pinamonti (18 mln), Karamoh (13) e Vanheusden (12) sono stati gli unici a portare soldi importanti. E i due ex Primavera, tra l'altro, l'hanno fatto sul bilancio dell'anno scorso. Complici acquisti sbagliati in passato, c'è da lavorare sul tema mercato in uscita.

3) Le scommesse. L'Inter degli ultimi anni è stata una squadra drammaticamente deficitaria in termini di qualità. Sensi è una gran bella sorpresa ma molte delle fortune della squadra di questa stagione, in termini di imprevedibilità offensiva, sono riposte nella resurrezione di Alexis Sanchez. Che è un potenziale fuoriclasse e l'ha dimostrato ma che ha nascosto la versione deluxe di se stesso da quando è approdato al Manchester United. Come molti dei giocatori dei Red Devils, mi dirà qualcuno. Ed è quello su cui faccio affidamento anche io.

Nel complesso, comunque, la sessione estiva è stata più che positiva per l'Inter. Antonio Conte ha avuto i tasselli che cercava, lo spogliatoio è stato ripulito secondo i diktat societari e non ci sono casi spinosi alla Pinetina. C'è solo tanta voglia di sudare e prendersi soddisfazioni. L'Inter c'è e lancia la sua sfida: la rincorsa è iniziata.

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