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Inter, che qualità a centrocampo: Sensi mutante, Brozovic visionario razionale. E Conte…

L'analisi della Rosea sulla prova dei nerazzurri, in primis sul centrocampo

Matteo Pifferi

L'Inter di Conte vince e convince: sesto successo nelle prime sei per i nerazzurri che superano in maniera netta per 3-1 la Sampdoria al Ferraris. Una vittoria che permette a Conte di avvicinarsi il record di Herrera (nel 1966-67 il Mago iniziò addirittura con 7 successi) e, per come è maturata, non può far altro che evidenziare i meriti del tecnico e della squadra.

ANALISI PRIMO TEMPO - Come sottolinea la Gazzetta, attorno al quarto d'ora l'Inter ha preso le redini del gioco iniziando "a mulinare il suo calcio, un mix di strapotenza fisica e di abilità tecnica. Curioso che i primi due gol siano stati abbastanza casuali. Lo 0-1, un tiro di Sensi deviato da Sanchez, con rete da attribuire al primo perché la conclusione era nello specchio. Lo 0-2, un altro tiro di Sensi, stavolta sbagliato ed evoluto in assist per Sanchez, bravo a muoversi sul filo del fuorigioco e a infilare Audero. [...] Ok, la Samp oggi rappresenta un test di relativa attendibilità, ma senza Lukaku là davanti la palla girava meglio, con maggiore fluidità. Tra Sensi, Lautaro e Sanchez è nata una subitanea intesa, quel genere di complicità che lega con naturalezza i giocatori svelti e di piedi garbati, per non dire sopraffini. Non è una critica a Lukaku, è evidente come il belga abbia altre qualità, di stazza e di tonnellaggio, e che abbia compiti diversi, da nave rompighiaccio".

SENSI E BROZOVIC - Due dei giocatori più importanti dell'Inter di Conte sono Stefano Sensi e Marcelo Brozovic: il primo, arrivato in sordina, si è saputo conquistare la titolarità a suon di ottime prestazioni mentre il secondo ormai è una conferma. "A chi deve affrontare l’Inter suggeriamo di concentrarsi su due giocatori. Il primo è Sensi, che ricopre un ruolo indefinibile tra centrocampo e trequarti. È il mutante del gruppo, l’inafferrabile. In non possesso pressa il regista basso avversario, ieri Ekdal, e si riposiziona svelto come mezzo-sinistro. In possesso è il drago della terra di nessuno, va sempre a occupare una linea disabitata e crea imbarazzo tra gli avversari. A Marassi sgusciava via dall’influenza di Linetty e non c’era un altro doriano che sapesse curarsi di lui con i tempi giusti. L’altro pilastro dell’Inter di Conte è Brozovic, sempre più centrale per distribuzione del gioco e copertura del centrocampo. Regista di visioni razionali e mediano di sostanza, due cose difficili da tenere insieme. La palla per Gagliardini, da cui l’1-3 della tranquillità dopo il gol doriano di Jankto, rappresenta forse il gesto tecnico più puro e intelligente della serata. Prima Sensi con il dinamismo creativo, poi Brozovic con il razionalismo ispirato", chiosa la Rosea.

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