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Getty Images
A sette giorni dall'esordio in campionato a Genova contro il Genoa, l'Inter ricomincia dalla fatidica notte che ha regalato la seconda stella ai nerazzurri. A Genova giocano quelli del trionfo sottolinea la Gazzetta dello Sport, "gli undici che lo scudetto lo hanno costruito e la stella poi cucita col sudore". E Lautaro? Il piano di Inzaghi è chiaro secondo il quotidiano: chiedere al suo capitano almeno un’ora a buon livello a Genova, vicino al gemello Thuram. Sessanta minuti di Lautaro, per poi alzare la mano. E sì, perché potrà farlo. Inzaghi in panchina avrà con ogni probabilità sia Taremi sia Arnautovic. Certo, poi il discorso riguarda la brillantezza e in questo senso la settimana prossima sarà decisiva.
"A centrocampo si riparte con la filastrocca dei sogni, quella che i bambini interisti hanno memorizzato alla perfezione: Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan. E sì che il turco ieri era leggermente affaticato. Ma sarà lui a guidare l’Inter. I meccanismi sono quelli. Di sicuro, il fatto di ripartire dall’Inter della stella va nella direzione sperata da Inzaghi, quella di una partenza lanciata. Il tecnico ha approfittato delle ultime ore, con tutta la squadra a disposizione ad Appiano, per battere sul tasto dell’attenzione, perché ripetersi sarà più difficile e perché le motivazioni se possibile dovranno essere persino superiori a quelle della scorsa stagione".
"In questo senso, partire con il piede giusto è un obiettivo di rincorrere. E in questo senso, quel che Inzaghi vuole vedere già da domani a Londra è la compattezza di squadra. La fase difensiva è apparsa un po’ in difficoltà con l’Al Ittihad e in qualche frangente anche a Pisa. Al netto degli errori individuali, vanno ritrovati i meccanismi quasi perfetti della scorsa stagione. Pavard deve respingere l’assalto di Bisseck verso una maglia da titolare, Acerbi non ha rivali e a sinistra con lui Bastoni cerca antiche certezze. Come, peraltro, lo sono Dimarco e Darmian: lui, più di Dumfries, è favorito per la fascia destra. C’è poco da spiegare, per Inzaghi. C’è, piuttosto, da lavorare sulle teste dei protagonisti".
(Gazzetta dello Sport)
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