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Tutto in una partita. Nell'ultima partita del campionato, contro la Lazio, l'Inter si gioca la stagione e l'accesso alla prossima Champions League. La squadra di Spalletti può solo vincere per ritornare dopo 7 lunghi anni nella competizione europea, ma dovrà battere la Lazio, un po' come doveva fare in quel 5 maggio del 2002. Servirà una grande Inter, una prestazione importante per conquistare i tre punti e chiudere il campionato al quarto posto, il vero obiettivo stagionale dei nerazzurri. Come ricorda La Gazzetta dello Sport "Quella di domani sera è la gara più importante degli ultimi sei anni in casa Inter. Un’altra porta in faccia dall’Europa dei big potrebbe avere effetti devastanti in corso Vittorio Emanuele: restare fuori dal giro (anche economico) che conta metterebbe a rischio progettualità e uomini, a ogni livello. Il tecnico nerazzurro garantisce per i suoi, la tifoseria ha invece qualche dubbio in più nei confronti di un gruppo che da qualche anno a questa parte è sistematicamente crollato sul più bello". Per cercare di battere la Lazio, Spalletti si affida a giocatori importanti, a calciatori che non sembrano sentire la pressione. Secondo la Gazzetta dello Sport saranno decisivi "Miranda il vincente, Cancelo il furibondo, Rafinha il freddo, Icardi il killer".
MIRANDA - "E' l’unico in rosa con un palmares personale di un certo peso: ai tempi dell’Atletico Madrid ha vinto una Liga (contro Real e Barça stellari), un’Europa League e una Supercoppa europea; ha poi disputato una finale di Champions, arrivando a pochi secondi dal trionfo (pareggio Real dopo il 90’ e beffa ai supplementari). Un Generale in piena regola insomma, oltretutto colonna di una Seleçao favoritissima in Russia".
CANCELO - Gioca ancora in modo spavaldo e spensierato, senza essere stato contaminato dal campionato più tattico e difficile del mondo. "Ha passo e personalità da campione, gioca con la giusta leggerezza a prescindere dall’avversario. E domani sera metterà sul prato tanta rabbia: è infatti rimasto fuori dai 23 che difenderanno la bandiera del Portogallo al Mondiale. In patria faticano a darsi una spiegazione (fuori pure Semedo), il ragazzo a questo punto vuole una chiusura col botto anche solo per mettere un pizzico di pressione addosso al «difensivista» Fernando Santos".
RAFINHA - Toccherà al brasiliano dettare i tempi da metà campo in avanti. L'ex blaugrana ha passato la sua gioventù palleggiando con gente del calibro di Messi, Neymar, Iniesta, Suarez e difficilmente l'Olimpico gli metterà paura.
ICARDI - "Infine il tiratore scelto, il killer di Rosario, Mauro Icardi: quasi fuori dal Mondiale, motivazioni comunque alle stelle. Deve farsi perdonare qualche colpo a salve, parte però da numeri impressionanti (già 109 gol in serie A, 28 in questo campionato) e da una certezza: con le grandi spesso si esalta. La Juve è da sempre il suo bersaglio preferito, qualche mese fa ne ha rifilati tre al Milan, mentre a inizio campionato trascinò i nerazzurri nella Roma giallorossa con una doppietta. Insegue il trono dei bomber (Immobile è a quota 29), ma in testa ha solo il pass Champions e l’esordio nel giardino di Ronaldo e Messi".
(La Gazzetta dello Sport)
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