Tutto da buttare. E' questo il breve ma significativo riassunto di una serata che poteva essere importantissima per tornare in vetta alla classifica, ma che invece si è trasformata in un vero e proprio incubo. L'Inter cade in casa contro il Sassuolo in una serata negativa in toto, con niente da salvare e parecchio da recriminare. Approccio e formazione sbagliati, errori che non si vedevano da parecchio: un disequilibrio visto già nei primi secondi di gara e ancora grappoli di gol mangiati a porta spalancata. Il tutto in un San Siro caldissimo, con 38mila e più persone a spingere la squadra fino all'ultimo minuto: una passione che nemmeno una serata storta così può fermare.
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Inter, dopo 35” era già tutto chiaro. Sassuolo un déja-vu che pensavamo non tornasse mai
L'analisi di FcInter1908 su quanto accaduto al Meazza: l'Inter perde una ghiotta occasione ed esce sconfitta col Sassuolo
Questa gara sa molto di déja-vu e riporta subito la mente al 12 maggio 2018: Inter in piena corsa per la Champions League, una vittoria contro il Sassuolo avrebbe messo al sicuro il quarto posto. E c'era chi addirittura ipotizzava una goleada per superare la Lazio nella differenza reti. Risultato? 1-2 Sassuolo in una notte amarissima. E qui il contesto è molto simile: la squadra di Simone Inzaghi può tornare in testa alla classifica e dare un importantissimo segnale al campionato. Invece no, sbaglia tutto e mette ancor più in discussione un campionato già incerto visti gli ultimi risultati. Ma tre anni fa l'Inter era ancora debole mentalmente, non sapeva cosa volesse dire vincere e non aveva la mentalità che ha oggi: quindi nessun alibi per questo tracollo, in un momento storico completamente diverso dal precedente.
Il Sassuolo, vera e propria bestia nera dell'Inter, si dimostra ancora una volta un'ammazza-big: viene a San Siro e palleggia senza pressione, riparte e fa ballare l'Inter fin da subito. Il contropiede di Traoré dopo 35 secondi aveva già messo in chiaro l'andamento della partita ed è un piccolo e semplice preludio a quello che sarebbe successo dopo: uno-due targato Raspadori e Scamacca, nomi che l'ambiente Inter conosce benissimo. Il tutto con la partecipazione di un Handanovic ormai sempre più inaffidabile e di chi non ti aspetti: perché Perisic, anche stasera tra i meno peggio, abbandona completamente il numero 91 a centro area chiedendo un fuorigioco che non è mai esistito. Perché?
E possono poco i cambi già all'intervallo di un Simone Inzaghi che non è riuscito a leggere nel modo giusto la partita e che ha cercato di mettere una pezza quando ormai era troppo tardi: nel secondo tempo regna la frenesia, che ti porta a sbagliare anche gol praticamente fatti come quello di Lautaro Martinez. Se fino ad oggi qualche attenuante in difesa del Toro c'era, ora è difficile trovarne: è chiaro come il giocatore non sia sereno, questo fatto del gol mancato gli pesa molto e lo condiziona. Ma è tutto l'attacco il problema dell'Inter di oggi: se l'ultimo gol in campionato di due centravanti su tre è del 17 dicembre, vuol dire che c'è davvero qualcosa che non va. Forse basterebbe essere meno social e lasciare da parte palle e leoni, pensando a fare la differenza davvero in campo.
Gianluca Scamacca, vero e proprio osservato speciale del match, ha mostrato come lui possa essere in grado di sopperire a questa mancanza: sponde, tocchi pregiati, protezione palla, presenza fissa lì davanti e pure gol. Peccato però che, se dovesse concretizzarsi il suo passaggio all'Inter, questo avverrebbe in estate, quando questa stagione sarà già passata agli archivi. E la speranza è che il suo gol a San Siro non possa risultare paradossalmente decisivo in negativo per i grandi obiettivi presenti dell'Inter. Che però ora deve assolutamente resettare quanto accaduto nell'ultima settimana e ripartire al più presto: perché lo scudetto non lo si vince sperando che gli altri si fermino, ma azzannandolo quando hai l'occasione.
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