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Getty Images
Dopo la sosta per le nazionali riparte la Serie A. L'Inter non può più permettersi altri passi falsi, l'obiettivo della squadra di Inzaghi, ribadito in più occasioni dalla dirigenza è la seconda stella. La squadra ha dimostrato di avere qualità e ricambi, non deve più rilassarsi quando la sfida sembra più abbordabile sulla carta.
"La quinta Inter “marottiana”, la più “completa e omogenea” per ammissione dell’a.d e anche la più sostenibile. Il monte ingaggio dell’intera rosa è sceso a 116 milioni, più o meno alla stessa altezza di quello del 2018-19, quando il dirigente trovò una scrivania in viale della Liberazione solo a stagione in corso. Allora il quarto posto era acqua nel deserto, stavolta vincere il titolo è un’ossessione che sa tanto di obbligo. Con la stessa moneta si insegue un obiettivo assai diverso. La scorsa estate, dopo la vertigine della finale di Champions (utile a ridurre il rosso a “solo” 85 milioni) e il bagno di realtà dei 12 k.o. in campionato, il management Inter si è trovato di fronte a un bivio. Conservazione o rivoluzione? Seconda strada un po’ per scelta e un po’ per necessità. Alcuni giocatori erano a fine corsa e altri hanno abbandonato la barca nonostante promesse di amore, vedi Lukaku e Skriniar", analizza La Gazzetta dello Sport.
"Da qui nasce questa rosa ambiziosa e sfrontata, con dodici facce nuove. Tra di loro, la più costosa si trova in difesa: Benjamin Pavard, costato 30 e difficile da immaginare fuori, nonostante le rotazioni saranno più profonde rispetto all’inizio. Anche perché c’è una varietà che raramente si era vista, con due titolari in ogni posizione. L’asino casca davanti, però, dove la ThuLa rischia i lavori forzati, anche perché dietro c’è il vuoto: Alexis Sanchez è, infatti, tornato con animo da turista e il fisico di Arnautovic ha già fatto crac. La dipendenza da Thuram-Lautaro è uno dei problemi da risolvere, assieme alla tenuta mentale: la seconda stella sta tutta nella testa", scrive Gazzetta.
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