Inoltre ci sarà una campagna pubblicitaria ed eventi che coinvolgeranno tutta la città: “L’idea del club sarà quella di marcare la differenza con il Milan, l’altra squadra della città lasciata a soli 19 titoli”.
Ora l’obiettivo è conquistare lo scudetto proprio nel derby, per quello che sarebbe un ulteriore trampolino sul piano economico.
Tutto porta, dunque alla stracittadina in programma tra 12 giorni, il 22 aprile:
“Esultare contro il Milan sarebbe come chiudere per sempre il cerchio. E poi, i giocatori. Al netto delle motivazioni individuali che è superfluo persino sottolineare - Calhanoglu, Dimarco, Acerbi, Lautaro, Thuram... -, i giocatori hanno stretto un patto tra di loro e con i tifosi. Il legame tra questa squadra e la gente è evidente anche ai più distratti. E l’idea di regalare una gioia nella gioia è un qualcosa che non può non stuzzicare i giocatori. Tutto porta lì, allora. Tutto porta al derby in agenda tra 12 giorni. E le motivazioni sono ovunque, non si fa fatica a trovarne. Altrimenti non si spiegherebbe l’esultanza straordinaria di dirigenti e giocatori al gol di Frattesi a Udine. No, non c’era la sensazione di uno scudetto vinto. O almeno, non c’era solo quella. C’era, più che altro, la possibilità riacciuffata in extremis di giocarsi la possibilità di vincere proprio contro il Milan, che invece un pareggio a Udine avrebbe praticamente annullato”.
Sarà anche lo Scudetto di Zhang e se arrivasse contro il Milan sarebbe una grande gioia anche per il presidente dell’Inter:
“La seconda stella nel derby vale tanto per Steven Zhang, certo. Perché il presidente, il cui ritorno in Italia non è previsto a breve, ha vissuto sempre con grande trasporto la rivalità cittadina. E dunque vien da sé che esultare proprio contro il Milan sarebbe un valore aggiunto emotivo enorme”.
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