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Di buono? I tre punti. Quelli di sicuro. Luciano Spalletti e i suoi farebbero bene a prenderli, impacchettarli e a tornare a Milano con il gusto dolce-amaro di una serata che avrebbe potuto avere un altro (più logico) esito. Ma si sa, quando si parla di Inter, è rischio incalcolabile parlare secondo i canoni convenzionali e secondo scienza. Ed ecco che la partita di Ferrara contro la SPAL, pur sofferente oltre ogni previsione, si è trasformata in una notte dolce, condita da tre punti che hanno un'importanza sconfinata nell'economia di questa prima parte di stagione. Perché arrivare alla sosta terminando questo ciclo di partite con la sesta vittoria consecutiva (tra Serie A e Champions League) significava lasciare temporaneamente il campionato con una fiducia e un entusiasmo che non potranno non avere il loro peso quando il 21 ottobre a San Siro si ritornerà in campo, tra l'altro in una partita che a Milano ha poco di banale: il derby contro il Milan.
Eppure, i tre punti e il terzo posto solitario dopo la vittoria contro la SPAL (la banda Spalletti è ora a 16 punti, a -8 dalla Juventus e a -2 dal Napoli, ma a +1 e a +2 da due dirette concorrenti come Lazio e Roma) sono fra i pochi aspetti positivi che l'Inter può portarsi nella valigia per il viaggio di ritorno a Milano. La SPAL, detto francamente, avrebbe meritato molto ma molto di più, al di là del rigore sbagliato da Antenucci. Il ritmo tenuto durante i 90 minuti dalla squadra di Semplici è stato semplicemente indiavolato, diventato ben presto insostenibile per la squadra nerazzurra, che dal canto suo avrebbe dovuto sicuramente far vedere qualcosa in più. I biancazzurri sono stati ammirevoli per il dinamismo e la voglia che hanno messo in campo: a larghi tratti, l'Inter si è mostrata alle corde, debole, pronta a crollare da un momento all'Inter. E forse solo un fortunato caso voluto dal Karma ha impedito che ciò si realizzasse.
Rispetto ad Eindhoven (al netto della sofferenza che anche al Phillips Stadion c'è inevitabilmente stata), dunque, il passo indietro è stato evidente dal punto di vista del gioco e della personalità nei momenti difficili. Diciamo che probabilmente la squadra è arrivata sulle gambe all'appuntamento finale di un ciclo serratissimo di partite, tutte complicate e tutte ravvicinate. La Champions League ha dato probabilmente la benzina necessaria per resistere e correre senza respiro per l'ultima salita prima del 21 ottobre. Di sicuro, però, quella sera servirà tutta un'altra Inter: con tutto il rispetto per la SPAL, davvero lodevole per come ha affrontato i nerazzurri, il Milan è avversario di altro livello e ben altro prestigio. Per vincere contro i cugini servirà una ripartenza col botto.
Detto questo, però, ripensando al match di un anno fa proprio contro la SPAL (terminato 1-1), non si può non considerare l'enorme passo avanti fatto dai nerazzurri in questa stagione. Al Mazza, quel giorno, l'Inter toccò probabilmente il suo tocco più basso del 2017-18: una squadra inerme, incapace di reagire, di rialzarsi. Questa volta no: pur soffrendo tantissimo nell'arco dei 90', quest'Inter non ha mollato. Ha tenuto i denti stretti, gli occhi fissi sulla partita, cercando lo spiraglio nel buio anche quando le ombre sembravano inesorabilmente avvolgerla. Quest'anno l'Inter non molla, lo si è capito. Si spiega anche così il gol del 2-1 di Icardi, proprio quando gli avversari stavano producendo il loro massimo sforzo.
Già, Icardi. Che dire di Mauro? Continuano a criticarlo, a studiare e affossare ogni sua mossa. Lui, per tutta risposta, mercoledì ad Eindhoven piazza un gol fondamentale nella corsa Champions dell'Inter e contro la SPAL mette in porta due gol (il primo in condivisione con il braccio di Djourou) in una partita complicata come quella del Mazza. Sei punti regalati alla squadra nel giro di qualche giorno. E poi hai voglia a dire che dovrebbe partecipare di più. Il suo mestiere sa farlo anche troppo bene. E, se questi sono i risultati, che continuino pure a criticarlo.
Appuntamento al Milan, dunque. Visto il momento delle due squadre, sarà un derby per cuori forti. Una notte stellare, come ai bei tempi. Infilare la settima meraviglia si può. A patto di vedere un'altra Inter.
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