Ultimo appuntamento stagionale per i nerazzurri, che sabato sera a Istanbul si giocheranno la Champions League
L'ultimo atto della stagione 2022/23 dell'Inter andrà in scena sabato sera, a Istanbul, con i nerazzurri che affronteranno il Manchester City nella finale di Champions League. Per gli uomini di Inzaghi la possibilità di chiudere nel migliore dei modi un'annata dove hanno già conquistato due trofei (Supercoppa Italiana e Coppa Italia) e di scrivere un'altra pagina di storia. Il Corriere dello Sport indica anche alcune similitudini con la squadra del Triplete del 2010: "C'è chi eroe lo è diventato e chi è ad un passo dal diventarlo. Nel 2010, trionfando a Madrid, la squadra allenata da Mourinho e capitanata da Zanetti completò il Triplete ed entro di diritto nell'Olimpo nerazzurro. L'Inter di oggi può puntare al massimo al Tripletino, avendo vinto Supercoppa e Coppa Italia, ma conquistare la Champions sarebbe comunque un'impresa straordinaria e la gloria assoluta sarebbe dovuta anche a Inzaghi e ai suoi uomini".
Le similitudini con il 2010
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"Difficile fare paragoni tra la squadra di allora e la squadra di oggi: moduli diversi e caratteristiche differenti. Tra i giocatori, però, i titolari in particolare, non mancano i tratti in comune e i parallelismi. Basti pensare al centravanti (e al capocannoniere), vale a dire Milito, quello di allora, e Lautaro, quello di oggi: entrambi argentini, entrambi sbocciati nel Racing Avellaneda. Il Principe, prima di arrivare a Madrid e di firmare la sua doppietta, aveva deciso la finale di Coppa Italia e segnato il gol-scudetto. Il Toro ha potuto fare lo stesso solo in Coppa Italia. A Istanbul, però, potrà ripetere le gesta del suo idolo. Per riuscirci avrà il sostegno di Dzeko (favorito su Lukaku), mentre Milito poté contare su Eto'o, disposto anche a fare il terzino pur di trionfare. Ecco, dal punto di vista tattico, con le sue doti da regista offensivo, anche il bosniaco potrebbe risultare decisivo.
Nel 2010 a rifinire là davanti era Sneijder, eccellente trequartista, protagonista della stagione migliore della sua carriera. Beh, sul piano dei gol e egli assist, oggi, Barella è l'elemento che si avvicina di più all'olandese. Mourinho, a sinistra, completava l'attacco con Pandev. Vero è che Inzaghi non ha ali offensive, ma Dimarco lo è spesso diventato, producendo per i compagni, ma segnando anche in prima persona".
"Tutto quel ben di Dio là davanti, a Madrid, aveva bisogno di protezione. E allora ecco la cerniera davanti alla difesa formata dal cervello di Cambiasso e dalla corsa di Zanetti. L'Inter di oggi risponde con Brozovic e Calhanoglu, a meno che, all'ultimo, Mkhitaryan non convinca Inzaghi e soffi il posto al croato. Ad ogni modo, quest'ultimo, sabato sera, avrà il compito di sorprendere il Manchester City con le sue verticalizzazioni. Mentre il turco dovrà accompagnarlo, togliendogli pressione e, magari, inventarsi una delle sue magie da fuori area come accaduto con il Barcellona. A proposito di copertura, Mourinho scelse Chivu, un centrale, come terzino sinistro, dovendo fermare lo spauracchio Robben. Inzaghi, invece, come braccetto mancino usa Bastoni, anche lui centrale di ruolo, ma sovente centrocampista aggiunto, capace di spezzare l'equilibrio avversario.