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Inter solida e chirurgica. Soffre all’inizio e illude il Cagliari, poi vince con autorità…

Icardi implacabile, notte al primo posto. Al Cagliari non basta un gol di Pavoletti

Francesco Parrone

Si più vincere dando spettacolo, o mostrando un’impressionante prova di forza, fisica e mentale. Con abilità o con cinismo. E spesso accompagnata dalla fortuna, che non può mancare nella stagioni felici. Secondo La Gazzetta dello Sport, a Cagliari l’Inter sceglie la versione solidità e chirurgia: soffriamo, cerchiamo di rischiare il meno possibile, facciamo sfogare l’avversario e poi quando è possibile veniamo fuori e proviamo a colpire alla prima buona occasione. In questa versione è indispensabile avere il rapace. E l’Inter ce l’ha, eccome se ce l’ha. Icardi non conosce tutti i modi di segnare, ma tanti sì. E in quelli che utilizza è implacabile. Così l’Inter va e riassapora il primo posto per una notte con la prospettiva di sogni bellissimi. Un avvio del genere (imbattuta dopo 14 giornate) gli è capitato solo tre volte nella vita. Nelle due precedenti ha vinto lo scudetto. Sono segnali importanti.

Eppure questa volta sembrava davvero più dura del previsto. Il Cagliari è partito come se lo inseguisse qualcuno. Ritmo da Premiere pressing alto condito pure da una certa precisione, data da un Barella sempre più bravo a autorevole, e Cigarini. Il recupero palla e i lanci in verticale per Pavoletti erano le mosse a cui si è affidato Lopez. E il tutto funzionava bene. Vista raramente l’Inter così in difficoltà: faceva una fatica immane a uscire palla al piede e costruire uno straccio di manovra. E al minuto 16 ha dovuto ricorrere a San Samir per non andare in svantaggio sulla grande azione del Cagliari Cigarini-Faragò-Pavoletti. Bravissimo Handanovic a fermare il piattone da due passi di Pavoletti, ma l’attaccante poteva anche tirare meglio. Dopo il brividone, Spalletti ha deciso che doveva cambiare qualcosa e si è messo quasi a specchio, come faceva con la Roma. Un 3-5-1-1, anzi un 3 e mezzo-5-1-1 con Perisic e Borja Valero che si alternavano dietro a Icardi e Santon che si sdoppiava tra difesa e centrocampo a secondo della fase di possesso o no. Così l’Inter ha preso un po’ campo e sofferto meno le incursione di Pavoletti un po’ per il cambio tattico e un po’ per il calo di ritmo del Cagliari che non poteva continuare così. Ed è stato chirurgico a passare in vantaggio nell’unico tiro di tutto il primo round. Bravo Candreva nel cross, fortunato Perisic a far arrivare la palla a falco Icardi. Maurito segna a ripetizione, con l’Inter è arrivato a 15 su 28 totali della squadra, siamo al 54%. Quando viene a Cagliari invece la firma ce lamette sempre: mai a secco in 4 trasferte sull’isola. Siamo al 100%. Non gli faranno un monumento da queste parti.

Comunque Icardi non ha demoralizzato il Cagliari, che è stato bravo a spingere e provarci fino a quasi in fondo. Con Lopez è sulla buona strada, come dimostrano le due vittorie consecutive prima di ieri. Ma lo spartito della gara dopo l’intervallo gli è cambiato sotto i piedi in un attimo. Spalletti, che aveva riportato l’Inter al sistema iniziale, il 4-2-3-1, ha dovuto cambiare un Vecino (in serata poco brillante) per un risentimento. Guarda un po’, è entrato Brozovic che dopo due minuti, ben servito da un ottimo Candreva che ormai aveva sfinito Padoin, ha fatto gol alla seconda palla toccata. Un colpo al morale della banda Lopez che ci ha messo un pochino a riprendersi ma, spinta da Barella e Faragò sul centro destra, ha trovato il modo di riportarsi sotto con il gran gol al volo di Pavoletti servito a puntino da, appunto, Faragò. L’Illusione però è durata poco perché l’Inter era abbastanza in controllo della gara, concedeva qualcosa a centrocampo ma sulle fasce dava sempre l’impressione di poter far male.

E quando si avvicinava il tramonto della sfida, il falco Maurito ha colpito ancora su una palla vagante respinta male da Rafael disturbato da Perisic. Difatti Pairetto ha voluto rivedere l’azione con la Var, prima di convalidarlo. La vera convalida è questa Inter sempre più sicura di sé, anche quando trova una squadra che la mette davvero in difficoltà. Nel primo round ha concesso al Cagliari 10 tiri, non ne aveva mai subiti così tanti in questo campionato nei primi 45 minuti. Di contro, ha tirato 4 volte in porta e ha segnato 3 gol. Più chirurgici di così si muore. E al di là dei tanti metodi che ha per vincere, con un Icardi così parte già in vantaggio. La squadra di giganti, che può soffrire ma mai tremare, fa il resto. I sogni sono leciti.

(Fonte: Fabio Bianchi, La Gazzetta dello Sport 26/11/2017)

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