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Inter, Spalletti in conferenza: “Cresciuti dal punto di vista caratteriale. Barça? Vi racconto un aneddoto”

Le parole del tecnico nerazzurro raccolte dall'inviato di Fcinter1908.it al Meazza

Daniele Vitiello

Al termine di Inter-Genoa di questo pomeriggio, Luciano Spalletti, tecnico nerazzurro, è intervenuto ai microfoni dei giornalisti presenti in sala stampa. Queste le sue dichiarazioni, raccolte dall'inviato di Fcinter1908.it al Meazza: "Io recupero poco, nel senso che vado a lavorare facendo degli allenamenti dove si può andare a prendere quello che deve essere il modo di stare in campo, e di conseguenza guardo le qualità che i calciatori ti mettono a disposizione. Qualche prova ti viene concessa. Brozovic da mezzala aveva la stessa qualità, quando l'ho tirato un po' indietro ha dimostrato di sapersi calare benissimo in questo ruolo. Era convinto che spostare la palla banalmente fosse una perdita di tempo, invece vuol dire far assumere una tattica diversa agli avversari. Se la palla non gliela dai, diventa tutto più difficile per loro. Quando ti vengono a prendere bisogna riuscire a giocare tra le linee, nel folto, nel recinto tra difensori e mediani. Hanno acchiappato questo concetto, quindi diventa più facile per tutti. Toccano più palla e in allenamento la palla viaggia meglio, con più frequenza e quando la gestisci in sicurezza è chiaro che la squadra ha meno pressione sulla linea difensiva. Ci deve essere un'intenzione sola, quella dei risultati dell'Inter. Deve esserci lo stesso piacere nel fare gol o nel fare l'assist per un compagno, perché altrimenti se si inizia a tirare da qualsiasi posizione si ingarbuglia il discorso. Non conta chi fa gol, conta come gioca la squadra".

E' il momento migliore per incontrare il Barcellona? Quale errore non vorresti rivedere nel match di ritorno?

"E' sicuramente un buon momento, andare a giocare con entusiasmo addosso dà coraggio maggiore. Sembra che la mia squadra sia cresciuta dal punto di vista caratteriale. Non dobbiamo dargli il pallino del gioco, dobbiamo tenere la palla e farla girare. Loro ci salteranno addosso perché l'altra volta abbiamo avuto difficoltà nel giocare nell'intensità, ma lo sappiamo fare e sono curioso di vedere come ci comporteremo".

Cosa non ti  è piaciuto contro il Barcellona?

"Se gli altri non ti vengono a prendere, a metà campo ci arrivi facilmente, ma se gli altri vengono a forzare in avanti, tu per andargli dentro la linea difensiva devi avere la personalità di giocare nell'intensità, facendo le cose con qualità e le scelte senza timore che ti vengano addosso. Quando noi abbiamo sbagliato la pressione, quelli del Barça ci hanno messo in mezzo e lì se ti va bene la riconquisti al limite dell'area. La mia squadra ha personalità, è una delle qualità che siamo andati ad acchiappare con il lavoro da quando sono qui. Quando vinciamo due partite e giochiamo bene ci rimandate queste raccomandate su Mourinho e l'Inter del Triplete, noi non le apriamo e ve le rimandiamo indietro. Quei mostri sacri sono troppo distanti, inarrivabili per noi in questo momento. E' chiaro che se a Zhang viene dato il tempo, con le sue idee costruirà, ma nell'immediato il confronto non regge. Sono troppo distanti per quella che è la pesantezza della storia che hanno costruito loro per l'Inter. Stiamo lavorando bene, abbiamo un presidente ambizioso, desideroso di dare gioie ai nostri tifosi. E' entusiasta di essere diventato il comandante del nostro club".

Messi? 

"Meglio che non giochi. Quando entra in campo la tranquillità e la forza che ha sono imbarazzanti".

Come hai convinto lo spogliatoio a fare cose che prima non faceva?

"Oggi la partita a lunghi tratti è stata fatta nell'altra metà campo, così sono tutti più vicini all'area di rigore e per step si passa al settore di campo successivo. Bisogna essere bravi a giocare con qualità nello spazio che si libera".

Come ribaltare il dato impressionante del possesso palla strepitoso del Barcellona? Possono aiutare gli esterni in fase di spinta?

"E' impossibile togliergli questa qualità. Si fanno dei discorsi nel prepararla, ma è impossibile perché loro ragionano da anni in quella maniera lì e comprano giocatori che hanno quella qualità lì. Un giocatore del Barça, in un'altra squadra che magari gioca di fiammate, andrebbe in difficoltà. E' una questione di concetto: nel match di andata li abbiamo visti uscire per il riscaldamento appena dieci minuti prima dell'inizio della gara. Gli abbiamo chiesto se avessero una palestra interna, invece no. Sono abituati così. E al pomeriggio molti di loro erano andati a prendere i figli a scuola, prima di arrivare poi allo stadio in auto. Se lo facciamo noi, perdiamo 18-0. E' normale, ve lo dico io. Hanno una tranquillità che viene da un'abitudine diversa".

Ci sono ancora margini di crescita?

Se si interpreta così la gara, diventa più facile per chiunque entrare nel collettivo, non solo per Joao Mario o Gagliardini. Se la squadra ha la convinzione di poter andare dove vuole, chiunque le butti dentro, prende quella forma lì".

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