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Inter, Spalletti nel mirino ma la sua colpa è solo una. Allarme centrocampo: è tornato un boomerang

Gianni Pampinella

I cambi di Spalletti e il centrocampo: i due problemi principali dell'Inter

Fa male, uscire così è come ricevere una coltellata dritta al cuore. Contro il PSV l'Inter aveva a disposizione un solo risultato: la vittoria. Ma come spesso capita negli ultimi anni, la squadra si è sciolta come neve al sole. Normale la delusione e la rabbia dei tifosi, tornati a respirare l'aria della Champions dopo 7 lunghi anni. I risultati delle prime due partite (2 vittorie consecutive contro Tottenham e PSV) aveva illuso un po' tutti. Ma questa squadra non è ancora matura per certi palcoscenici, ce ne siamo resi conto ieri sera. Vero, l'errore di Asamoah è stato da matita blu, ma c'erano ancora 80 minuti da giocare.

Lo spartiacque è stato proprio il gol di Lozano, lì sono emersi tutti i limiti dell'Inter attuale: troppa frenesia, pressing sgangherato, giocatori fuori posizione. Invece sarebbe bastato continuare a giocare con calma ma determinazione: testa fredda e cuore caldo come si dice in questi casi. Nulla di tutto questo.

Al fischio finale buona parte dei tifosi si sono scagliati contro Luciano Spalletti, ma l'allenatore nerazzurro ha una sola colpa: non è ancora riuscito a infondere fiducia in questi giocatori. Spesso alcune sostituzioni (Borja Valero per Politano ad esempio) forse hanno mandato un segnale preciso alla squadra: accontentiamoci.

Anche ieri l'ingresso di Sime Vrsaljko potrebbe essere stato un altro segnale in tal senso: fare 'melina' giocando con il risultato del Tottenham è stato un errore grave. Altro punto cruciale è il centrocampo. Quando nel riscaldamento Brozovic ha iniziato a toccarsi la coscia, un brivido lungo la schiena ha attraversato tutti i tifosi nerazzurri. Perché il croato è l'unico in grado di dare geometrie, l'unico ad accendere la luce. Ma non basta, forse in estate è stato un azzardo fare all in su Radja Nainggolan. Grande giocatore, vero, ma a 30 anni bisogna mettere in conto acciacchi e infortuni per un giocatore che nel corso della sua carriera non si è mai risparmiato.

Il FPF e la mancanza di un piano B una volta sfumato Modric, adesso tornano indietro come un boomerang. La speranza è che nonostante la grande delusione, la squadra sappia reagire e in questo deve essere determinante il lavoro di Luciano Spalletti. È dicembre, è il mese tradizionalmente 'nero' per l'Inter, è arrivato il momento di invertire il trend e alla svelta.