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Inter, Spalletti non ha raggiunto gli obiettivi per 2 motivi: neanche con la Champions. Il futuro lo decida…

Daniele Mari

La stagione dell'Inter, e di Luciano Spalletti, non può dirsi soddisfacente

Lo dico subito: sono uno Spallettiano. Ma sono soprattutto una persona onesta, che risponde solo ed esclusivamente alla sua coscienza e al suo giudizio. Credo che Spalletti sia finito in un ambiente ormai intriso di mediocrità (a partire da buona parte della rosa) e sia stato più volte 'tradito' da promesse non mantenute. Ma nonostante questa doverosa premessa, credo che Spalletti non abbia raggiunto gli obiettivi dell'Inter. E lo dico oggi, che non c'è alcuna certezza sul piazzamento finale. Non li raggiungerebbe neanche con il terzo posto.

Un terzo posto che, a questo punto, l'Inter si deve sudare fino all'ultima giornata. E non erano queste le premesse. Non era questo che si chiedeva a Spalletti ad inizio anno. L'obiettivo minimo, infatti, era una qualificazione alla Champions "tranquilla". Quante volte abbiamo sentito usare questo termine? Una qualificazione tranquilla. Vi sembra tranquilla l'eventuale qualificazione dell'Inter? Al di là dei casi extracampo (che imputo solo in parte minore a Spalletti, compreso il caso Icardi che in molti vorrebbero attribuirgli. Non io), il campo parla di una continua sofferenza, di continui match point buttati al vento, di un continuo "braccino" al momento di chiudere la questione.

Non era questo che si chiedeva a Spalletti, gli si chiedeva di condurre la nave in porto con una velocità di crociera serena e regolare. Invece l'Inter, nel girone di ritorno, ha fatto meno punti del Bologna, addirittura 7 in meno del Torino di Mazzarri, uno in più della Spal di Semplici. Come successo anche l'anno scorso, i nerazzurri hanno dilapidato quanto di buono fatto ad inizio anno, complicandosi maledettamente la vita.

Ecco il secondo motivo per cui non ritengo che Spalletti abbia raggiunto gli obiettivi. Non ci sono stati apprezzabili passi avanti rispetto alla passata stagione. Senza Rafinha e Cancelo, l'Inter ha perso due delle tre fonti di gioco che aveva (la terza è Brozovic), optando per Nainggolan come fulcro della nuova Inter Spallettiana.

Il dato statistico parla chiaro: l'Inter ha 3 punti in meno rispetto all'anno passato, malgrado il campionato mediocre delle sue rivali dirette, Roma e Lazio in testa. L'Inter ha subito due gol in più e ne ha segnati ben 6 in meno, il rendimento offensivo è ai limiti dell'Europa League. Ma soprattutto non c'è stata la crescita di personalità che sarebbe stato lecito aspettarsi.

Non sto dicendo che Spalletti vada esonerato a fine anno. La mia posizione, in merito all'allenatore, resta la stessa di alcune settimane fa: deve decidere Beppe Marotta. Se vuole cambiare allenatore, che gli si lasci carta bianca per cambiare allenatore, se vuole proseguire con Spalletti (e con promesse mantenute magari) che gli si consenta di proseguire con Spalletti. Ma che scelga Marotta, altrimenti che qualcuno mi spieghi il senso di ingaggiare il super manager bocciandogli la prima scelta veramente importante e cioè la guida tecnica.

Detto questo, il mio giudizio sulla stagione non cambierà, anche in caso di terzo posto: gli obiettivi non sono stati raggiunti.