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Perché piuttosto che sottolineare la grande prova dei ragazzi di Inzaghi alcuni hanno preferito parlare dei demeriti dell’Atletico, definito deludente, difensivista, poco propositivo.
Tutto si può dire tranne che quest’anno la squadra di Simeone sia difensivista come negli anni scorsi: quest’anno in Liga 50 gol fatti, 3 in meno del Real Madrid capolista, 17 reti messe a segno in Champions dietro solo al City con 21 reti.
L’Inter in Europa quest’anno ne ha fatti solo 9.
L’Atletico ha anche provato a pressare alto, altissimo nel tentativo di non far uscire l’Inter ma non ci è riuscito ed è stato messo nelle condizioni di doversi abbassare per limitare i pericoli, perché in più di un occasione i ragazzi di Inzaghi con 4 passaggi sono arrivati in porta con giocate che hanno mandato in estasi San Siro.
Perché possiamo dirlo senza timore alcuno di essere smentiti, l’Inter gioca a calcio in maniera straordinaria, con un calcio manovrato, propositivo, di movimento come mai avevamo visto prima. È un piacere per gli occhi, è uno spot per il calcio vederla giocare in questo modo e l’unica pecca è non concretizzare al meglio le occasioni create. E l’1-0 va stretto, strettissimo. Al ritorno servirà un’altra impresa per uscire indenni dal Metropolitano.
L’infortunio seppur lieve di Thuram, insieme all’assenza di Acerbi, comporterà delle valutazioni attente in vista della trasferta di Lecce, dove anche in questo caso credo che il turnover sarà ragionato e studiato nei dettagli. L’esempio della Salernitana deve essere uno spunto. Fino alla vigilia si pensava a un turnover di massa, che alla fine non c’è stato.
A prescindere da tutto è stato emozionante vedere San Siro stare vicino ad Arnautovic dopo i due errori sotto porta, il gol arrivato successivamente è stata una diretta conseguenza di un clima mai visto prima. Non ho condiviso alcune critiche rivolte a qualche giocatore, reo di aver sbagliato qualche passaggio di troppo. Forse siamo stati abituati troppo bene, o forse si gioca troppo alla play station. Non consentire neppure un tiro nello specchio all’Atletico Madrid è anche frutto del lavoro in fase difensiva di questi ragazzi che ci stanno regalando una stagione meravigliosa.
Ricordiamoci sempre che non siamo ancora arrivati. Il cammino è ancora lungo e arriveranno i momenti di difficoltà, ma con queste premesse ci sono le condizioni per saperle affrontare tutti insieme. Purchè non si allenti la tensione e a patto che tutti continuino a lottare e ad allenarsi nella maniera giusta. Niente influenze esterne, niente sirene ammalianti. Non è ancora il momento e non ce lo possiamo permettere.
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