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A poco a poco ha modificato il modo di stare in campo della squadra, rendendola una macchina che sa indifferentemente difendersi e attaccare. Sa aspettare e ripartire, ma non è il classico contropiede, è l'occupazione geometrica degli spazi offensivi, la tempesta perfetta che alla prima occasione si riversa nell'area avversaria. E dall'uragano emerge quasi sempre lui, Lautaro Martinez, 18 gol in 18 partite di campionato, cioè 1 ogni 85', visto che solo 12 volte è rimasto in campo dall'inizio alla fine", scrive il Giornale.
"Lautaro esalta l'Inter o Inzaghi esalta Lautaro? Quesito senza risposta o con risposta aperta. Certo è che il tecnico ha nel curriculum il precedente di Ciro Immobile, spinto dove mai era arrivato in carriera (nel 2020, addirittura 36 gol in 37 partite, record eguagliato di Higuain in serie A).
Oggi Lautaro viaggia forte come mai prima (21 gol nei due ultimi campionati, l'effetto Inzaghi è scattato dal primo giorno) e può aspirare di fare meglio almeno di Angelillo, che con 33 reti in 33 partite (campionato a 18 squadre, non 20 come oggi) è il primatista nella storia dell'Inter. L'obiettivo non dichiarato ma facile da supporre è rientrare dall'Arabia (l'Inter parte domani e venerdì sfida la Lazio a Riad) all'ottavo posto e con una Supercoppa in più (sarebbe la terza in 3 anni, come solo il Milan di Capello)", aggiunge il quotidiano.
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