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L’Inter torna a ruggire: il backup dà tregua a Inzaghi e rilancia i nerazzurri
La sensazione è che se l'Inter fosse scesa in campo da inizio stagione con lo stesso piglio avrebbe rischiato di non perdere nemmeno una delle quattro gare di campionato. E questo fa maledettamente e legittimamente imbestialire il tifoso nerazzurro, ma anche ben sperare in vista del futuro. I tre punti col Barcellona sono fondamentali per la classifica del girone. Allo stesso tempo rappresentano anche una potentissima iniezione di fiducia che potrà fare soltanto bene per i prossimi impegni in campionato. Ieri sera al Meazza si è rivisto l'approccio che ha permesso a questo gruppo di raggiungere grandi traguardi di recente. Sarebbe un peccato mortale rispedirlo in soffitta.
Un ritorno al passato come un backup, che rigenera il software nerazzurro e lo ha reso performante come un tempo. Bisognerà mantenere la concentrazione e rendersi conto che nulla è ancora fatto, come nulla era precluso dopo la sconfitta con la Roma. Per salvarsi dal mare in tempesta servono altre conferme, a partire da sabato a Reggio Emilia.
Che l'Inter arrivasse a questa gara col vento a sfavore lo si è capito al 21', quando l'arbitro ha negato un calcio di rigore solare ai nerazzurri. Netto il tocco di mano di Garcia in piena area, ma l'infrazione seguiva un fuorigioco millimetrico di Lautaro che l'arbitro, dopo OFR, ha giudicato giustamente attivo. Così l'episodio che avrebbe potuto dare una spinta ai nerazzurri ha lasciato solo tanto rammarico. Ma l'Inter ieri aveva un piglio diverso e, al posto di piangersi addosso, ha continuato a battagliare a tutto campo. Questa la differenza più netta con le altre prove stagionali. Poco prima del giro di boa, quando gli sforzi degli uomini di Inzaghi sono stati ripagati. Come? Col jolly pescato da Hakan Calhanoglu che ha fatto esplodere il Meazza.
L'urlo di San Siro ha galvanizzato la squadra, scacciato i fantasmi e dato un'ulteriore spinta verso una ripresa inevitabilmente da disputare con il coltello tra i denti. E così è stato. Anche la gestione di Inzaghi è stata diversa, con il cambio ad inizio ripresa tra Correa e Dzeko per tenere alto il baricentro e continuare a far male, non per speculare o difendere gli spazi. Sempre con rispetto di un avversario che ha doti per palleggiare in faccia a chiunque e che ieri ne ha dato dimostrazione. Poi il finale col fiato sospeso, col VAR chiamato (giustamente) a dare ciò che aveva (giustamente) tolto nel primo tempo annullando un gol al Barcellona per un tocco di mano di Ansu Fati. Live nessuno lo aveva visto.
Poi il grande sospiro al triplice fischio, anche dopo l'episodio discusso con Dumfries protagonista. Grazie al grande lavoro di squadra, il Meazza per una sera è tornato fortino inespugnabile. Si riparta dalla grande prova di coesione di un gruppo che non ha di certo mollato il suo allenatore. Serviva una dimostrazione del genere per tornare a puntare in alto.
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