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In Champions su 4 partite 3 vittorie e un pari. Primo posto con la Real Sociedad che è avanti per gol fatti ( 7 contro 5), stessi gol subiti 2.
A 5 mesi dalla finale di Istanbul la sensazione è che la squadra abbia acquisito consapevolezza dei propri mezzi ed abbia imparato anche a saper gestire le fasi della partita: non si attacca più a testa bassa, ma si studiano le modalità anche in base all’avversario. Lo stesso percorso di crescita è personificato dal capitano: Lautaro Martinez. Da quando è diventato campione del mondo il suo rendimento è divenuto esponenziale non solo dal punto di vista realizzativo ma anche nel modo di stare in campo, di gestire la palla, di aiutare i compagni.
L’aver superato con due giornate d’anticipo la qualificazione al turno successivo di Champions non è una banalità, ora attendiamo solo l’ufficialità della Fifa per il Mondiale per club del 2025.
Tuttavia siamo solamente a novembre: la stagione è ancora lunghissima e da qui ai prossimi 35 giorni ci saranno sfide delicatissime che andranno affrontate con la giusta intensità.
Perché dopo il Frosinone, il calendario ‘dispettoso’ pone l’Inter di fronte a 3 trasferte di campionato delicatissime: Juve, Napoli e Lazio se aggiungiamo l’Atalanta diventano 4 mica male. Con la trasferta portoghese del 29 col Benfica ci sarà l’opportunità di fare qualche cambio con la testa rivolta alla sfida col Napoli.
Domenica arriva un Frosinone che sulla carta si presenta come vittima sacrificale, ma guai a sottovalutarlo: hanno battuto l’Atalanta, il Sassuolo, pareggiato con la Fiorentina, perso con la Roma, ma in una partita rocambolesca, vinto col Torino in Coppa Italia e con l’Empoli in campionato.
Questo per dire che servirà attenzione e non pensare ad una scampagnata. Ma questo ad Appiano lo sanno bene.
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