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Inter a Cremona trascinata da un vero capitano: Inzaghi, perché non scegli Lautaro?
I segnali arrivati dallo Zini non rassicurano del tutto. L'Inter è ancora malaticcia, non stupirebbe nessuno se tornasse ad accartocciarsi su se stessa. La stagione riserverà presto nuove insidie nei prossimi tornanti e solo lì capiremo se sarà davvero guarita. Ma a Cremona, la squadra di Inzaghiha messo in campo il carattere che è mancato lunedì scorso contro l'Empoli e che forse le avrebbe permesso anche in quella occasione di acciuffare punti importanti. Non bella da vedere, né cinica - ad essere sinceri -, ma sul pezzo. Ha viaggiato sul filo del rasoio in una gara simile a quella di Monza.
Per il risultato in bilico, così come per l'episodio arbitrale avverso (rigore solare su Dzeko negato da Mariani). L'epilogo stavolta è stato differente, perché i nerazzurri non hanno abbassato la guardia. Riconoscendo le difficoltà del momento, anzi, sono scesi sul piano dell'agonismo con la Cremonese, lottando su ogni singolo pallone. Stavolta senza presunzione. Più che del suo allenatore, che forse anche stavolta avrebbe potuto gestire i cambi in maniera diversa (soprattutto in attacco), l'Inter è sembrata specchio del suo capitano di serata. Il Mondiale ha giocato diversi brutti scherzi ai nerazzurri, ma ha anche restituito un Lautaro Martinez che ormai sta compiendo il grande salto. Il Toro si conferma di volta in volta su livelli altissimi.
Potrà sbagliare qualche gol, ma mai l'atteggiamento in campo: chissà se questo porterà Inzaghi a rivedere le gerarchie all'interno dello spogliatoio con una scelta che - in questo caso sì - potrebbe contribuire a blindare ulteriormente un punto fermo del progetto nerazzurro. Servirà anche il miglior Lautaro nei prossimi due impegni, tra Coppa Italia e soprattutto campionato col Milan, per inseguire la continuità mai raggiunta in stagione. Due visite di controllo per sondare lo stato di salute dell'Inter. Tra sette giorni il quadro sarà sicuramente più chiaro.
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