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"Non va dimenticato, infatti, che nella controllante lussemburghese (Grand Tower sarl) residuano, ad oggi, circa 125 milioni di euro del prestito erogato da Oaktree. Orbene, nel caso di passaggio della proprietà ad Oaktree (e sempre che da qui a maggio 2024 non si debba iniettare altro capitale nell’Inter) tale somma potrebbe essere fatta propria da Suning. In sostanza, se oggi avvenisse il passaggio di proprietà in favore del fondo americano, sarebbe come se, di fatto, il club venisse valutato 1 miliardo e 265 milioni. Ecco quindi spiegato perché a Zhang non conviene scendere al di sotto di una valutazione che si attesti all’incirca sul miliardo e trecento milioni di euro e conseguentemente perché ha rifiutato tutte le offerte che sembrano essergli arrivate al di sotto di tale cifra".
"Stando così le cose, cosa potrebbe allora succedere da oggi a maggio 2024? Posto che nessun acquirente pare al momento disposto ad arrivare alla stima fatta da Zhang, la soluzione più logica sembra poter essere quella di un raggiungimento di un accordo bonario tra Suning ed Oaktree per il passaggio anticipato della proprietà del club nerazzurro a tale fondo. Ciò consentirebbe a Suning di evitare l’escussione del pegno e di “portare a casa” qualcosa".
"D’altronde, ponendosi dal punto di vista di un ipotetico acquirente dell’Inter, non avrebbe molto senso per costui accontentare Zhang nell’approssimarsi della scadenza del prestito erogato da Oaktree, state che, trattando direttamente con il fondo in questione, esso acquirente potrebbe ottenere una stima del club meneghino certamente più bassa (per Oaktree sarebbe infatti sufficiente che l’Inter venisse valutata all’incirca 1 miliardo e 140 milioni, importo pari ai debiti del club – 757 milioni – oltre i 383 che avrebbe dovuto incassare dal prestito fatto a Suning)".
"Tale scenario (ovvero un accordo bonario tra Suning e Oaktree ante scadenza del pegno) potrebbe essere quindi il più plausibile, con il fondo californiano che potrebbe già aver trovato un potenziale acquirente per la società milanese. Infine, come abbiamo più volte sottolineato, non si può tuttavia escludere che il fondo in questione possa mantenere, per un certo periodo di tempo, il controllo del club nerazzurro per poi rivenderlo dopo averne risanato definitivamente i conti ed avviato concretamente il progetto stadio in modo da poterne ricavare un maggior profitto".
(Vocenews.it)
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