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Interspac, Cottarelli: “Inter come Bayern: si può per 2 motivi. Club informato”

Alessandro De Felice

Il presidente di Interspac, Carlo Cottarelli, racconta il progetto dell'azionariato popolare ai microfoni del Corriere della Sera

Carlo Cottarelli, presidente di Interspac, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere della Sera. Il numero uno ha parlato del progetto di azionariato popolare che riguarda l'Inter: "Vogliamo portare avanti un grande progetto di azionariato popolare. Per rafforzare l’Inter con capitali forniti da noi tifosi, integrati da risorse di investitori istituzionali, in un quadro economicamente sostenibile. Già avviene in altre società gloriose, come il Bayern di Monaco".

Il sondaggio che parte oggi e si chiude il 15 luglio a cosa serve esattamente?

"È fondamentale partecipare. I tifosi rispondono a una domanda semplice: se ci fosse la possibilità di investire quanto metteresti? Se i riscontri saranno numerosi avremo potenziali investitori e, a quel punto, potremo presentarci con qualcosa di concreto all’Inter".

Avete parlato con l’Inter?

"La società è informata e non ha dato segnali negativi, se avesse voluto troncare lo avrebbe già fatto. Siamo nella fase di studio non di raccolta. Spero ci possa essere interesse anche per altri club".

Il presidente Steven Zhang lo ha incontrato?

"No, mai. Non è opportuno vedere la proprietà prima. Due anni e mezzo fa abbiamo parlato con gli amministratori, stavolta ancora no. L’idea è di cominciare a parlare con in mano qualcosa, non prima".

L’Inter ha un valore vicino al miliardo, serve raccogliere un bel po’ per poter comprare una quota di minoranza e pensare di contare qualcosa.

"Si deve decidere in che modo entrare e se la società è d’accordo. Si ragiona sulla base di quanto si pensa di poter raccogliere. Non si parla di qualche decina di milioni, ma di cifre rilevanti. Non si fa un’operazione simile per entrare con 30 milioni e basta".

Citava il Bayern Monaco, hanno 170 mila tifosi azionisti, ma sono tre (Adidas, Allianz e Audi) gli investitori forti. In Italia ci sono?

"L’Inter ha circa 4 milioni di tifosi, dipende da quanto ci mettono. Non voglio dare una cifra perché si creano aspettative. Il nucleo principale deve essere costituito dai tanti che mettono poco, poi possono esserci imprenditori o un gruppo che mette di più".

Per poter entrare in società l’Inter deve vendere una quota: perché dovrebbe farlo?

"Due motivi. Si porta capitale fresco a costo zero, evitando di pagare milioni di interessi. Si crea un legame stretto tra tifosi e squadra, così si aumentano le entrate di merchandising e biglietteria. Poi la società deve essere amministrata bene. In Germania il modello funziona. Puoi anche vincere senza spese pazze. L’idea dell’azionariato popolare è portare stabilità".

Ecco chi ha già aderito:

Beppe Bergomi

Enrico Bertolino

Andrea Bocelli

Stefano Boeri

Paolo Bonolis

Alessandro Cattelan

Claudio Cecchetto

Fabio De Luigi

Fabio Volo

Valerio De Molli

Gianfelice Facchetti

Fabio Fognini

Massimo Galli

Peter Gomez

Giancarlo Leone

Tommaso Labate

Gad Lerner

Luciano Ligabue

Maurizio Mannoni

Enrico Mentana

Pietro Modiano

Michele Mozzati

Mario Nava

Roberto Nicastro

Enrico Pazzali

Max Pezzali

Mariangela Pira

Antonio Polito

Giacomo Poretti

Gianni Riotta

Enrico Ruggeri

Gabriele Salvatores

Sergio Scalpelli

Pietro Senaldi

Michele Serra

Beppe Severgnini

Giovanni Storti

Marco Tarquinio

Flavio Valeri

Roberto Vecchioni

Antonio Versace

Gino Vignali