“Ma il vero banco di prova per la Serie A è stata l’esperienza al Parma”. Costretto a scrollarsi di dosso eventuali ansie e l’insicurezza fisiologica per un giovane della sua età: “Nell’ambiente di Bergamo era conosciuto e tutelato, mentre in Emilia avrebbe dovuto imporsi. Annata impressionante per come lo abbiamo visto crescere. L’allenatore lo ha fatto sempre giocare e il rapporto con i compagni è stato ottimo lì. Abbiamo anche trascorso un Capodanno a Dubai con Inglese ed altri e ci siamo divertiti tantissimo. Tornando a casa mi diceva “ho marcato questo, ho marcato quell’altro”, riferendosi a calciatori che fino a poco prima poteva vedere solo attraverso l’album delle figurine o la PlayStation”.
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