Non basterà la qualificazione ai quarti di Champions League per blindare la panchina di Inzaghi. Il tecnico dopo il traguardo raggiungo ha voluto sfogarsi, anche viste le tante voci sul suo futuro. L'Inter prende tempo e intende valutare a fine stagione l'operato dell'allenatore.
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Inzaghi, ancora non basta. Futuro sempre in bilico, l’Inter vuole una scossa in A
"Pesa ma non basta. E sì che pesa, perché il traguardo mancava da 12 anni e non si può non metterlo sul conto di Simone Inzaghi, alla voce risultati raggiunti, risultati oltre le aspettative e le richieste del club. Ma non basta, no, se il riferimento è al futuro sulla panchina dell’Inter. Perché qui si torna e questo resta il punto, il giorno dopo lo sfogo dell’allenatore. Senza troppi giri di parole: la valutazione sul tecnico sarà complessiva. Non è e non sarà un risultato a determinarla, ma un insieme di situazioni. Di certo, nessuno dentro l’Inter – dal presidente Steven Zhang in giù – ritiene accettabile trovarsi a 18 punti dal Napoli, in una classifica che senza penalizzazione della Juve vedrebbe i nerazzurri al terzo posto", spiega La Gazzetta dello Sport.
"Il tecnico ha spinto sull’acceleratore. E dentro queste parole le chiavi di lettura possono essere molteplici, come quelle verso una critica che ritiene troppo dura, oppure quelle che chiamano in causa una mancanza di chiarezza nella comunicazione al mondo esterno dei risultati da centrare. Il tecnico ha voluto sottolineare i propri meriti, con quelle parole. E ha voluto rimarcare anche il cambiamento di politica del club".
"Inzaghi rivendica, dunque. Senza neppure che da parte della società l’uscita abbia provocato chissà quale fastidio. Ma certamente è stata notata la tendenza a sottolineare i propri meriti da parte del tecnico. Legittimo, anche se non sempre sul piano della comunicazione la scelta ha prodotto gli effetti sperati. Quel che è certo è che il club riconosce a Inzaghi delle grandi capacità. Ma sul piano degli obiettivi, c’è distanza. Perché la società era ed è tuttora convinta di avergli messo tra le mani il miglior organico d’Italia. Il nodo, in fondo, è tutto intorno alla parola continuità. La continuità di rendimento è un requisito necessario per allenare l’Inter e in generale un club che vuole primeggiare. E’ sul lungo periodo che vanno tarati i ragionamenti. E dunque anche sul campionato. Nulla è semplice, all’Inter. Chiedere a Spalletti, per info. O allo stesso Conte, del quale qualcuno arrivò a chiedere l’esonero immediato dopo l’eliminazione della Champions, nell’anno che poi avrebbe portato lo scudetto", precisa il quotidiano.
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