Non servono i numeri per sottolineare le difficoltà dell'Inter ma alcune statistiche possono essere utili per tentare di centrare il focus sul problema e provare ad invertire un trend proprio nel rush finale. Simone Inzaghi ma anche tanti calciatori si giocano il futuro all'Inter nei prossimi due mesi ed occorre rialzare la testa nelle ultime nove partite di campionato e provare a fare più strada possibile nelle Coppe, con la Champions come potenziale ancora di salvataggio per il tecnico piacentino.
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Attacco flop ma non solo: Inter, confronto impietoso con l’anno scorso. Ma Inzaghi ci crede
Numeri alla mano, il confronto con la scorsa stagione, chiusa con l'amaro secondo posto dietro al Milan, è impietoso: dopo 29 giornate, l'Inter aveva collezionato 59 punti con addirittura 62 gol segnati e solo 25 subiti, con 4 sconfitte, due in casa e altrettante in trasferta con 13 reti subite lontane da San Siro. Quest'anno, si è notato un progressivo ma costante peggioramento in tutte le voci: i punti sono 51 (-8 rispetto ad un anno fa), i gol segnati solamente 48 (-14) mentre le reti subite sono aumentate a 33 (+8). I KO sono più che raddoppiati, dai 4 dell'anno scorso ai 10 totalizzati finora, 4 delle quali nelle prime 8 giornate di campionato. In trasferta, per giunta, un anno fa, a questo punto della stagione, l'Inter aveva totalizzato 27 punti, con 27 gol segnati e 13 incassati. Quest'anno, lontano da San Siro, i punti sono appena 18 con sole 5 vittorie, i gol segnati sono calati a 21 (-6) mentre sono quasi raddoppiati quelli presi, da 13 a 25.
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I numeri della crisi dell'Inter, dunque, sono sia offensivi che difensivi e non si può non attribuire (parte delle) responsabilità a Simone Inzaghi ma occorre porre l'attenzione anche sul rendimento dei calciatori: Lautaro quest'anno ha segnato 14 reti in 29 giornate, stesso identico rendimento della passata stagione - il Toro ha vissuto sempre alti e bassi, con alcuni mesi di astinenza - mentre Edin Dzeko, arrivato l'anno scorso ad Appiano Gentile per sostituire Lukaku, aveva brillato nella prima parte dell'annata, totalizzando 12 reti contro le 7 fin qui in questa stagione. Gli infortuni di Lukaku e Correa - 3 gol in campionato per entrambi - hanno privato Inzaghi di due giocatori importanti nelle rotazioni dei quattro elementi offensivi, tenuto conto del fatto che la quinta scelta - Valentin Carboni, classe 2005 - ha collezionato solo 5 gettoni in Serie A, non partendo mai titolare. Lautaro sembra arrivato scarico fisicamente e anche mentalmente nel momento clou dell'anno e i segnali nelle ultime partite sembrano confermare questa sensazione.
A mancare nel confronto diretto con la passata stagione sono anche le 6 reti di Ivan Perisic, sostituito da Robin Gosens, a segno contro la Salernitana venerdì per la seconda volta in campionato. Un gol che potrebbe aiutare il tedesco a riprendersi, dopo alcuni mesi complicati nei quali era diventato la riserva di Federico Dimarco - 3 gol e 2 assist per l'ex Verona -, anche lui però non più performante come nella prima fase del campionato.
Come precedentemente sottolineato, a peggiorare drasticamente è anche il rendimento difensivo di una squadra che, lo scorso anno, ha terminato il campionato con 32 gol subiti, traguardo 'centrato' quest'anno addirittura alla 28° giornata con il gol di Bonaventura in Inter-Fiorentina e poi peggiorato alla 29° con il tiro-cross di Candreva che ha sorpreso Onana. Il ballottaggio tra Handanovic e il portiere camerunense ad inizio anno potrebbe aver contribuito a creare poca coesione e a dare poche certezze al reparto arretrato ma il caso Skriniar, che ha vissuto un mese di agosto surreale con la possibilità di essere ceduto nelle ultime ore di mercato, è da ascrivere tra le cause principali nel momento di sbandamento generale che ha vissuto l'Inter ad inizio stagione.
Prima e dopo il Mondiale, i nerazzurri sono riusciti a rialzare la testa con Inzaghi, sul quale aleggiavano ipotesi di esonero, ricordiamolo, anche prima di Inter-Barcellona di Champions, che ha salvato la pelle e riacceso l'entusiasmo, venuto a mancare nelle ultime settimane. I risultati - una sola vittoria nelle ultime otto partite giocate - non sorridono e il tecnico rischia ancora il posto. Anzi, il destino, per alcuni, sembra già segnato. A Lisbona Inzaghi e i giocatori devono dare un segnale anche d'orgoglio: la sfida col Benfica 'pesa' anche più della semifinale in palio. Vincere o perdere nei 180' può aprire scenari ad oggi impensabili. E non solo per l'allenatore.
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