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Getty Images
L'Inter perde con la Fiorentina a San Siro, terza sconfitta consecutiva in campionato, seconda di fila a San Siro. Momento nero per la squadra di Inzaghi e a rischiare più di tutti è proprio il tecnico. Saranno decisive per il suo destino le prossime tre gare. Non dovesse reagire la squadra, ecco che il club potrebbe decidere per un cambio in panchina.
"Dieci nel calcio è il numero del genio, della fantasia, del talento e della gioia. Qui all’Inter è il numero della disperazione. Dieci sconfitte in campionato su 28 partite sono una sentenza sulla posizione di Simone Inzaghi, al punto che l’esonero non è più una parola tabù. Le due coppe sono lì davanti agli occhi, certo. E il calendario è troppo compresso per prendere decisioni con effetto immediato. Ma, tanto per intendersi: se davanti ci fosse una pausa lunga come quella del Mondiale dello scorso novembre, la separazione con l’allenatore sarebbe già nei fatti. E’ bene stare comunque con le antenne dritte: la società vuole riparare e non toccare, adesso. Ma se nei prossimi dieci giorni la discesa non dovesse arrestarsi, se con le prossime tre trasferte Torino-Salerno-Lisbona i guai dovessero moltiplicarsi, ecco allora che la società sarebbe costretta a intervenire", sottolinea La Gazzetta dello Sport.
"Il motivo è molto chiaro. A forza di parlare delle due coppe, si sta perdendo di vista quello che è il traguardo più importante per il club, la qualificazione alla prossima Champions League. E’ un obiettivo vitale per il presidente Zhang, che può cambiare il destino della proprietà, di sicuro le ambizioni nerazzurre pure sulla prossima stagione. Tradotto: la gara di Salerno di venerdì prossimo è molto più importante della semifinale con la Juventus di martedì. L’Inter è in crisi aperta. Tre sconfitte consecutive in campionato non si vedevano dal 2017, da queste parti. Peggio ancora: siamo a quattro sconfitte nelle ultime cinque gare in A".
"E le modalità che si ripetono sono il segnale più inquietante: la condizione psicofisica di buona parte della rosa è allarmante, come pure alcune scelte dell’allenatore che continuano a sorprendere in negativo, le motivazioni che sembrano mancare in alcuni giocatori (Brozovic, Dumfries, Correa), oltre al fatto che alcuni big sono nettamente al di sotto delle loro potenzialità. E in generale, in un gruppo di lavoro nel quale non abbondano i leader, spaventa la mancanza di motivazioni nella ricerca del quarto posto. Mkhitaryan, uno dei giocatori più esperti del gruppo, nel dopo partita dice: «Sbagliamo tanto perché non siamo sereni». Parole che pesano, anche agli occhi di chi ora deve salvare il salvabile", aggiunge Gazzetta.
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