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CdS / Guardiola-Inzaghi, partita della vita: l’Inter tenta l’impresa nell’IstanBowl

Il Corriere dello Sport presenta la finale di Champions League in programma questa sera all'Ataturk di Istanbul

Stop alla pretattica, stop ai giochini mentali. È il grande giorno: questa sera all’Ataturk di Istanbul va in scena la finale di Champions League tra il Manchester City di Pep Guardiola e l’Inter di Simone Inzaghi.

"Il fatturato contro la storia, lo strapotere economico contro la tradizione. Soprattutto: l’ossessione contro il sogno” scrive il Corriere dello Sport.

Tutto il mondo (oltre 200 Paesi collegati) ci sono 150 milioni di spettatori previsti davanti a una tv - come il Superbowl - più altri 300 sui social.

Da una parte il City vorrebbe conquistare la Champions League prima dei cugini del PSG, mentre dall’altra l’Inter s’è spinta ben oltre l’ambizione minima del passaggio del girone.


I nerazzurri avranno di fronte un gigante che fa paura: Erling Braut Haaland.

“È fuori discussione che siamo di fronte al centravanti più forte d’Europa, un cannibale da 52 gol in 52 gare stagionali pur essendo alla prima esperienza in Premier - aggiunge il quotidiano -. Di fronte ai giganti si può scappare, o ripescare l’episodio biblico dalle lezioni di catechismo a patto di trovare una fionda. Ma si può anche salire sulle spalle del gigante (cit.) e guardare le cose da un’altra prospettiva: lassù ci salgono solo i campioni d’Europa”. 

Per Inzaghi, il re di coppe e specialista delle gare secche, si tratta della partita più importante in carriera. E sarà la più importante nella vita anche per Guardiola, che deve vincere la prima Champions League senza Messi.

Il tecnico dell’Inter ha portato i suoi all’ultimo appuntamento al massimo della condizione, recuperando giocatori come Lukaku, ma non cambia e sceglie Dzeko.

“Edin sogna un gol, diventerebbe il marcatore più anziano di una finale di Champions. Ma sa già che prima o poi dovrà lasciare il posto a Lukaku che con la sua fisicità, i suoi strappi, il suo attacco della profondità, ma anche con la capacità di dialogare con il Toro, può mettere in crisi la difesa alta del City che, giura Guardiola, non arretrerà certo in questa occasione. Tanti metri alle spalle del trio Walker-Ruben Dias-Akanji nei quali bisogna fiondarsi quando e come si può”