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Chi corteggia Inzaghi
—Tutti sanno che Inzaghi è tra gli allenatori più corteggiati: soprattutto il Manchester United, da almeno un paio di mesi, è in pressing, ritenendolo l’uomo giusto per aprire una pagina nuova nella storia del club. Allo stesso modo tutti sanno che Inzaghi è sinceramente affezionato all’Inter e - a oggi - intende continuare sulla strada tracciata, rinnovando il matrimonio con il club nerazzurro. Del contratto si inizierà a parlare a obiettivi raggiunti: troppo importanti lo scudetto della seconda stella e la possibilità di arrivare a Wembley per disperdere energie su altri fronti. Dopo una finale di Champions e con uno scudetto praticamente vinto a fine febbraio (l’ha detto ieri Stefano Pioli e non certo per gufare) con una proiezione che oggi porta a 101 punti finali in classifica, il peso specifico dell’allenatore nella trattativa per il prolungamento del contratto sarà molto più rilevante che nel recente passato. Un anno fa il rinnovo fu quasi un atto dovuto per premiare il raggiungimento della finale col City (altrimenti a Inzaghi sarebbe toccato lavorare in scadenza di contratto magari fino a dicembre...) ma stavolta sarà il tecnico a dare le carte.
Rinnovo Inzaghi
—Il fatto che per indole sia molto diverso da Antonio Conte (paragone che tutti hanno ben presente a latitudini nerazzurre) fa sì che all’orizzonte non si vedano nuvoloni neri. Certo è che - al netto di un adeguamento economico (attualmente Inzaghi prende 5.5 milioni, uno e mezzo in meno rispetto ai 7 di Massimiliano Allegri alla Juve) - risulta difficile pensare che l’allenatore accetti di prolungare soltanto fino al 2026, trovandosi quindi alla fine della prossima stagione ancora in scadenza, per giunta sapendo che tutta la dirigenza è invece legata al club fino al 2027. Ma c’è dell’altro nelle parole pronunciate da Inzaghi dopo aver sculacciato l’Atalanta (11ª vittoria su 11 gare giocate nel 2024, miglior attacco tra le grandi in Europa, 17° clean sheet in Serie A, nonché quarta gara vinta segnando 4 gol, come non accadeva dal 1930...): l’allenatore ha citato espressamente il suo staff, alcuni membri del quale erano stati addirittura sfiduciati dalla società un anno fa proprio di questi tempi, quando tutto sembrava andare a rotoli.
Giusti riconoscimenti
—Ecco, nei nuovi equilibri che andranno disegnati, pure i collaboratori di Inzaghi dovranno trovare maggior riconoscimento dal club. Un capitolo a parte riguarda il mercato: dopo Istanbul Inzaghi aveva chiesto di tenere tutti i big e non solo non è stato accontentato, ma ha visto cambiare metà squadra (dodici giocatori: uno shock per lui, come ha sottolineato in più di un’occasione). Pure in questo senso andranno fornite garanzie da parte della proprietà. Non una richiesta senza fondamenta: i conti del club sono nettamente migliorati (soprattutto grazie ai traguardi raggiunti dall’allenatore) e, contemporaneamente, c’è la necessità di alzare ulteriormente la qualità della rosa in una stagione che, con la Champions allargata e il Mondiale per club in estate, sarà interminabile. E zeppa di insidie", si legge.
(Fonte: Tuttosport)
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