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Saranno Inter e Milan a giocarsi fino in fondo il titolo? Presto per dirlo, ma le prime indicazioni dopo le tre giornate finora disputate dicono che le due milanesi sembrano avere qualcosa in più delle altre. E il derby del 16 dirà chi è avanti nel percorso.
"Inzaghi, alla terza stagione di Inter, avverte una certa pressione: lo scudetto non lo ha ancora vinto, né all’Inter né in assoluto. Pioli ha colmato la lacuna nel 2022. Inzaghi non ha vinto lo scudetto, eppure la sua Inter, nel biennio 2021-23, in Serie A ha fatto registrare numeri pari o migliori rispetto al Milan. Le cifre non sono il vangelo, vanno interpretate, però ci parlano di quanto possa essere competitiva o meno una squadra. Il dato della differenza reti, per esempio: più 81 l’Inter “inzaghiana” nel biennio 2021-23; più 59 il Milan “pioliano”. Ventidue gol di differenza, tutti concentrati alla voce gol fatti, 155 contro 133, perché i gol subiti sono stati gli stessi, 74 ciascuno. Questa statistica ci parla di una fase offensiva interista superiore e non di poco, di un parco attaccanti giocoforza migliore. Non solo, nei derby delle semifinali di Champions a primavera l’Inter ha esercitato uno strapotere fisico-tecnico", analizza La Gazzetta dello Sport.
"Inzaghi è un allenatore “copetero”, amante del brivido secco che regala una partita a eliminazione diretta. È bravo nella strettoia di una notte senza paracadute, dentro o fuori. Perde colpi sul tempo lungo di un campionato, come dimostrano le 12 sconfitte della scorsa stagione. Il solco che ha diviso l’Inter dal Napoli nell’ultima Serie A è stato scavato qui, nelle gare contro avversari inferiori e in certe giornate sbagliate sui campi di provincia. A giudicare dalle prime tre giornate, sembra che Inzaghi abbia corretto il difetto: l’Inter a San Siro ha battuto sia il Monza sia la Fiorentina, due avversari contro cui a Milano nella scorsa stagione aveva perso. Sotto questo aspetto, Inzaghi è già a +6 rispetto alla scorsa Serie A, ma siamo agli inizi".
"Inzaghi “copetero” ha in bacheca tre Coppe Italia e quattro Supercoppe italiane, tra Lazio e Inter, più una finale di Champions, che, per quanto perduta, fa curriculum più di qualunque coppa nazionale e gli conferisce un’aura internazionale. Inzaghi resta però l’unico allenatore delle grandi metropoli a non aver vinto un campionato. Garcia lo ha fatto al Lilla, in Francia. Allegri ha collezionato scudetti tra Juve e Milan, Sarri ha colmato la lacuna alla Juve, Mourinho ne conta una cifra tra Portogallo, Inghilterra, Italia e Spagna. Pioli è entrato nel club con il titolo del 2022. Il Napoli pare in crisi di identità per la transizione da Spalletti a Garcia; la Juve gode del vantaggio di non giocare in Europa, ma la squadra non pare eccelsa; Mourinho e la Roma sono impaludati; la Lazio chissà. Resta il Milan, avversario di sempre. Il solito Milan, però diverso, perché sono arrivati giocatori insoliti per il nostro campionato, più intensi e massici, e perché Pioli ha assecondato il cambiamento con idee nuove", aggiunge il quotidiano.
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