Non capisco. Non capisco tutto questo strepitio per la sconfitta col Bologna. Intendiamoci: non ne sono felice, è disarmante vedere la squadra perdere così ma ormai abbiamo imparato quest’anno che dopo una grande vittoria arriva il tonfo.
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Inzaghi sotto processo ma gli altri? Brozovic, Asllani e…lo stadio: le domande senza risposta
Dopo la vittoria sul Napoli il 4 gennaio abbiamo pareggiato a Monza (con tanto di sarosante polemiche arbitrali), dopo la vittoria nel derby per 3-0 abbiamo perso in casa con l’Empoli, dopo l’altra vittoria sempre nel derby abbiamo pareggiato a Genova contro la Samp. Per chiudere con quanto accaduto in settimana: vittoria convincente col Porto e poi il tonfo a Bologna.
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A Inzaghi rimproveriamo il fatto di non avere coraggio ma è un aspetto che sapevamo già. E non puoi chiedere a chi non ce l’ha di inventarselo. Sta di fatto che dati alla mano un trofeo l’ha portato a casa, ha superato un girone di Champions sul quale nessuno avrebbe scommesso un centesimo ed è in semifinale di Coppa Italia contro la Juve. È giusto metterlo in bilico già oggi? Direi proprio di no, anche perché quali sono le alternative alla portata? Thiago Motta? Boh rimango perplesso. Ma poi se è in bilico lui Allegri e Pioli non devono esserlo? Boh mi sembra che si stia esagerando un pochino.
Poi giusto e doveroso criticare Inzaghi , pretendere di più. Non gli chiediamo la luna, ma almeno di battere squadre più che alla portata e magari di osare. Di cambiare qualche volta sistema di gioco e di scrollarsi di dosso un modulo trito e ritrito che ormai tutti conoscono a memoria.
Si può cambiare e Inzaghi per primo deve capire che in casi estremi è doveroso farlo.
Il nonsenso di togliere Romelu Lukaku col Bologna, ad esempio, e magari di mettere Dzeko trequartista. Di utilizzare Asllani che di cose belle ne ha fatte vedere. Di far rifiatare Mkhitaryan, di tener fuori un Dumfries che sembra ti faccia un favore a giocare. Nei momenti caldi spetta al tecnico indicare la strada e lui a volte sembra smarrito come nelle dichiarazioni post partita. Francamente desolanti.
Non mi piace però la solita storia del capro espiatorio da immolare. Da sacrificare sull’altare dei risultati. Perché allora mi domando che senso abbia avuto rinnovargli il contratto ad inizio stagione. Nel calcio moderno dove i giocatori vengono definiti ‘professionisti’ per antonomasia e possono giocare tranquillamente in scadenza, anche gli allenatori devono poterlo fare.
Rinnovargli il contratto a bocce ferme è stato un errore di cui bisogna parlare. Simile a quello fatto con Spalletti anni fa. Così come prendere Asllani per non farlo mai giocare. Che senso ha? Per me resta un ragazzo con qualità importanti che meriterebbe molto più spazio, ma se l’allenatore ‘non lo vede’ cosa lo abbiamo preso a fare?
Cosa abbiamo preso a fare Bellanova? Due valutazioni sull’operato dirigenziale vanno fatte. Non si può dare la colpa solo al tecnico, troppo semplice. Così come mi ha fatto venire più di un dubbio il fatto che nel post Bologna-Inter davanti alle telecamere si sia presentato Lautaro Martinez e non il capitano Brozovic. Peraltro un Lautaro sontuoso in campo ma soprattutto fuori, con parole da Capitano vero, da uno che ci tiene.
E Brozovic? Ma che senso ha affidare la fascia a uno che neanche dà dimostrazione di attaccamento? Ci sono momenti particolari, posso capire che il croato non abbia mai avuto un grande feeling con le telecamere ma a volte bisogna andare oltre e supportare un ruolo che richiede anche una certa mediaticità. Non basta solo il campo. La sua assenza al Dall’Ara a mio avviso è stata molto rumorosa e dà il polso di una situazione in itinere. Così come quella relativa allo stadio. Solo l’idea di allontanarsi da Milano per finire ad Assago mi mette i brividi, anche se prima di tutto sarà importante capire da dove arriveranno i soldi per finanziarlo.
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