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Inzaghi punzecchiato, gli altri allenatori subito geni: assurdo. Più onesti all’estero…

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L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: ciò che fa sinceramente sorridere è l’acredine con cui si punta il dito contro Inzaghi
Alfio Musmarra
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A San Siro arriva un Torino reduce da due sconfitte consecutive in campionato ( contro Lazio ed Empoli), che va un po’ in controtendenza rispetto ad un inizio di stagione più che confortante ( pari col Milan e Lecce e  vittorie con Atalanta, Venezia e Verona).

Vanoli ha confermato di essere un allenatore in ascesa e cercherà di dimostrarlo una volta di più in un palcoscenico che conosce benissimo, essendo stato nello staff di Conte ai tempi in cui ha allenato proprio i nerazzurri.


Per l’Inter sarà l’occasione di dimostrare di essere ormai uscita dalle difficoltà di inizio stagione per dare continuità dopo le vittorie con Udinese e Stella Rossa.

Ma c’è ancora molto da fare, perché la squadra è ancora lontana dalle prestazioni della passata stagione e lo dimostrano i numeri: anche contro la Stella Rossa la squadra ha subito troppe conclusioni verso la propria porta ( 11 tiri totali, 3 nello specchio), una settimana fa con l’Udinese erano stati 9 i tiri subiti ( sempre 3 nello specchio), nel derby 16 tiri totali subiti 8 nello specchio.

Non sono dati casuali: se pensate che un anno fa l’Inter subì 9 gol in tutto il girone d’andata ed oggi sono 7 alla sesta giornata di campionato.

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Se si vuole restare ai vertici bisogna migliorare la solidità difensiva, subire meno reti perché alla fine in Italia non vince chi fa più gol ma chi ne subisce meno e bisogna ritrovare gli automatismi di un anno fa per tornare a regime.

E sarebbe purerile ridurre tutto al reparto arretrato, perché al di là dell’errore singolo dev’essere tutta la squadra a partecipare attivamente alla fase difensiva come peraltro ha ribadito in maniera forte lo stesso Inzaghi alla vigilia della partita di Champions. Tutti devono sacrificarsi di più evitando di lasciare la difesa scoperta, coprendo con attaccanti e centrocampisti le linee di passaggio. Aiutare nei raddoppi, ritrovare la ferocia di un anno fa. Non ci sono misteri, non ci sono pozioni magiche. Basta questo e soprattutto ritrovare una condizione fisica migliore che ad oggi ancora non c’è per svariati motivi.

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Ciò che fa sinceramente sorridere è l’acredine con cui si punta il dito contro Inzaghi alla minima cosa. Prendiamo ad esempio il discorso ammonizioni: Inzaghi è stato il primo porre un’ attenzione particolare su questo aspetto, poi lo hanno fatto tutti eppure viene spesso punzacchiato su questa cosa.

Vogliamo parlare del turnover? Se lo fa perché lo fa, se non lo fa perché non lo fa. Non va mai bene nulla, ma è mai possibile? Poi lo fa Thiago Motta alla Juve ed è un genio.

Pensate a quello che si scriveva sul gioco di Pioli, paragonato da alcune testate a Guardiola, mentre su Inzaghi si fa fatica ad ammetterne la qualità ed i miglioramenti. I movimenti dei quinti e dei braccetti che entrano dentro il campo, i centrocampisti che si abbassano dietro i difensori per far ripartire l’azione sono cose che non si vedono molto nei campi. Ma se ne sono accorti molto di più all’estero dove spesso la sua Inter è stata citata per come gioca, rispetto che qui da noi in Italia dove sembra  quasi che dia fastidio. Eppure mai da parte sua una parola fuori posto, mai una puntualizzazione. Dovremmo essere i primi noi a cercare di star vicini a questo gruppo per quello che ha saputo darci in questi anni e non iniziare a criticare al primo mezzo passo falso.

La stagione è lunga e tutta da vivere. Il tempo per tirare le somme arriverà, ma non è adesso.

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