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Da Salerno all'euroderby. L'Inter è cambiata radicalmente e il merito è di Inzaghi. Il tecnico ha finalmente avuto tutta la rosa a disposizione e ha saputo sfruttarla al meglio per portare tutti i giocatori al massimo della condizione nel momento decisivo della stagione. E ora cambia anche lo scenario relativo al suo futuro.
"Critiche da una parte, il lavoro dall’altra: è uscito il 2 in schedina. Chiamatela la primavera di Inzaghi, chiamatela pure così. E adesso non solo la panchina non traballa più. Ora è anche giusto ragionare anche su una scadenza più lunga. Quel che certo pareva, un addio a fine stagione, adesso è uno scenario completamente cambiato. E la partita la sta “facendo” proprio il tecnico: è lui che ha in mano il suo destino, è lui che ha riscritto la sua storia, è lui che oggi fa scommettere su una sua permanenza", sottolinea La Gazzetta dello Sport.
"E non potrebbe essere altrimenti, con una finale di Champions a portata di mano. Siamo a metà di una trappola chiamata Milan, perché questo era (è ancora) la semifinale di Champions. Siamo dentro un periodo d’oro: sei vittorie consecutive che poi sarebbero sette, perché il 3-3 in casa con il Benfica era un pareggio solo per le statistiche. Solo altre due volte in questa stagione l’Inter era riuscita a mettere insieme una serie identica: nella prima arrivò il passaggio del girone in Champions, nella seconda la Supercoppa di Riad".
"Come ci è riuscito l’allenatore? Recuperando fisicamente Brozovic e Lukaku. Il primo ha di fatto consentito di far riposare a turno i tre centrocampisti che hanno trascinato la squadra per tutta la stagione, ovvero Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan. Il secondo ha invece permesso a Dzeko e Lautaro, i due chiaramente più avanti nelle gerarchie, di staccare la spina ogni tanto così da ritrovare la condizione migliore. Il secondo passaggio è stato ancora più ampio. Inzaghi ha ruotato tutte le risorse a disposizione. Oggi l’Inter vola, come se avesse una marcia in più rispetto al motore degli altri", chiude il quotidiano.
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