Una stagione fenomenale. Così il Corriere dello Sport definisce l’annata dell’Inter e del suo allenatore Simone Inzaghi. “Un caso da studiare” sottolinea il quotidiano, per il percorso da montagne russe.
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Spogliatoio, turnover e mago di coppe: Inter, i segreti dello stratega Inzaghi
“Senza trascurare, poi, il paradosso di una squadra che, in campionato è riuscita a rimediare ben 11 sconfitte, lasciando 2 punti anche alla Sampdoria ultima in classifica, mentre nelle Coppe è stata una sorta di caterpillar, conquistando la Supercoppa a gennaio e raggiungendo prima la finale di Coppa Italia e poi, clamorosamente, anche quella di Champions”.
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Dopo la sconfitta interna contro il Monza, Inzaghi sembrava ad un passo dall’esonero. Un addio già scritto, prima di un clamoroso ribaltone con tanto di conferma di Zhang, che dopo l’Euroderby lo ha confermato.
Tutto chiarito? Non proprio, anche se l’intenzione è quella di proseguire insieme:
“Dopo Istanbul, a bocce ferme, un chiarimento sembra obbligatorio, prima di parlare di rinnovo. Perché le incomprensioni emerse nei mesi scorsi non possono essere archiviate così semplicemente: la dirigenza si aspettava di più in campionato, il tecnico avrebbe gradito più sostegno appoggio”.
Il momento dei confronti non è ancora arrivato. E proprio questi sono stati fondamentali e tra i segreti di Inzaghi in questa stagione:
“Una delle abilità dimostrate da Inzaghi è stata quella di tenere insieme il gruppo in mezzo alle molte tempeste, riuscendo a farsi seguire anche nei momenti in cui era più in discussione. La squadra ha puntualmente risposto con una grande prestazione ogni volta che si diceva Simone fosse stato “mollato”.
Poi la gestione dello spogliatoio e alcune scelte molto discusse ma che hanno dato risposte più che positive:
“Inzaghi ha messo la sua impronta anche con scelte decise e precise. Ad esempio, ha puntato su Onana titolare, al posto di Handanovic. Stesso discorso con Acerbi, voluto a tutti i costi (e a ragione), divenuto imprescindibile ai danni di De Vrij. Senza dimenticare la trasformazione di Calhanoglu in regista. All’inizio è stata una necessità, poi il turco ha scalzato Brozovic”.
Come già accaduto in passato, Inzaghi si è dimostrato un mago di coppe:
“Ciò che è sempre stato riconosciuto a Inzaghi è la capacità di preparate le sfide senza un domani, quelle da dentro o fuori. Beh, da quando siede sulla panchina nerazzurra, solo Klopp, con il Liverpool, è riuscito ad eliminarlo. Per il resto ha fatto percorso netto in due Coppe Italia consecutive e ora pure in Champions. Inoltre, quei 4 derby vinti in fila, senza incassare un gol, lo proiettano nella storia. E ora per Pioli è diventato un incubo. Sull’altro piatto della bilancia, ci sono le difficoltà nelle competizioni sul lungo periodo, certificate appunto dalle 11 sconfitte in campionato”.
L’ultimo, ma non per ordine d’importanza, segreto di Inzaghi è quello legato al turnover:
“Una delle critiche che gli sono state fatte era quella di non sapere amministrare la rosa, facendo giocare troppo alcuni uomini e trascurandone altri. Ebbene, l’ultimo mese ha cancellato anche questo appunto. Perché Inzaghi ha lanciato il turn-over sistematico, arrivando a cambiare anche 8 o 9 uomini tra una gara e l’altra. Forse l’ha fatto per necessità, dovendo gestire tanti impegni ravvicinati. Sicuramente è una delle ragioni delle attuali condizioni smaglianti della squadra. Chissà che questa volta non gli sia utile anche per il futuro”.
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