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Inzaghi, una vita in 5 mesi: la sua Inter gioca a memoria. Questa la vera forza di Simone

Cinque mesi fa il tecnico nerazzurro era a un passo dall'essere esonerato. Oggi la situazione è completamente cambiata

Solo cinque mesi fa Simone Inzaghi era a un passo dall'esonero. L'Inter perdeva in casa contro il Monza e c'era il forte rischio che la squadra nerazzurra rimanesse fuori dalla zona Champions. Cinque mesi dopo il mondo si è ribaltato per il tecnico nerazzurro che ieri ha vinto il quinto derby di fila. "Nel momento più complicato Simone ha dato una strambata da grande timoniere, ha ripreso in mano l'Inter e, dopo averla guidata a un gran finale della scorsa stagione, in questo 2023-24 non ha sbagliato niente", sottolinea la Gazzetta dello Sport.

"Il rinnovo di contratto fino al 2025 è il meritato premio per un allenatore che come una spugna ha assorbito le critiche arrivate durante la passata stagione. A metà luglio, quando è iniziata la nuova annata, la dirigenza ha messo le cose in chiaro, sottolineando che l'obiettivo era cucirsi sul petto la seconda stella e che il rendimento in Serie A doveva essere diverso rispetto agli ultimi 12 mesi. Simone ha memorizzato il messaggio e ha centrato quattro successi nelle prime quattro giornate".

"La sua Inter gioca a memoria e ha ripreso da dove aveva concluso ovvero da quei sessanta giorni, tra aprile e giugno, quasi perfetti. Rispetto alla passata stagione, però, Inzaghi ha aggiunto un mercato che gli ha rivoluzionato la rosa (13 arrivi) regalandogli più qualità a metà campo con l'innesto di un top come Frattesi (di fatto ha sostituito Brozovic) e di due valide alternative come Klaassen e Sensi (al posto di Gagliardini). Questa Inter è forte, ma non lo ha ancora mostrato a pieno i suoi muscoli".

"La forza di Simone, però, è anche un'altra: la calma che trasmette e la tranquillità che non perde mai. L'ex allenatore della Lazio è abituato ad andare avanti per la sua strada e, anche se non cambia mai modulo, è bravissimo a mutare l'atteggiamento tattico. Ha vinto le prime due gare pressando alto, contro la Fiorentina ha alternato la pressione arrembante dei primi minuti con un baricentro più basso per sfruttare le ripartenze, mentre con il Milan si è difeso e ha steso i rossoneri in contropiede. Lui e il suo staff preparano (bene) le partite anche in base alle caratteristiche degli avversari. Finora non hanno sbagliato un colpo e da quel 15 aprile tutto d'un tratto sembra passata una vita".


(Gazzetta dello Sport)


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