- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Julio Cesar ha parlato dell'ottimo momento dell'Inter in campionato dopo la vittoria nel derby, ma anche di Conte e della mentalità che sta trasmettendo alla squadra e di Lukaku che si è già imposto a Milano:
"Con Conte l’Inter resterà in tensione fino a fine campionato. L’ho capito quest’estate quando l’ho conosciuto nella tournée asiatica e le prime partite stanno confermando la mia impressione. È un vincente. Ma niente paragoni. Sono due grandi tecnici molto professionali. I tifosi adorano Mourinho perché ha fatto cose incredibili, spero che Conte possa seguirlo».
Meglio di così il derby non poteva andare...
«Ho visto un’Inter bella, tosta e organizzata. Il Milan meno. Il lavoro di Conte sta venendo fuori alla grande. Lui è un tecnico che tende alla perfezione e i giocatori sembrano averlo capito. Non era scontato, è anche merito suo».
Si può pronunciare la parola «scudetto»?
«Dopo 8 anni sarebbe anche l’ora. Tanti avevano dubbi su Conte, forse per il passato juventino. Discorsi senza senso: è un grande professionista e la maglia non c’entra. È un top».
Un top che ha cominciato dalla difesa: Handanovic, Godin, De Vrij e Skriniar possono comporre un reparto insuperabile.
«Singolarmente sono fortissimi. Se, come credo, riusciranno a fare reparto, saranno un blocco. In Italia si lavora tanto sulla difesa. Prima di dire che sono i migliori, però, devono vincere: servono i risultati, è il calcio».
Handanovic è un degno erede di un certo Julio Cesar...
«Handa è uno dei tre più forti al mondo. Ha meno attenzione mediatica perché non è andato avanti in Champions, non ha avuto occasioni come altri. Ma chi lo conosce non ha dubbi».
Oggi nel mondo i più forti sono i brasiliani?
«Sì. Alisson ed Ederson sono straordinari, soprattutto Alisson che ha vinto la Champions e sta facendo grandi cose con il Liverpool. E poi Helton al Porto, Diego Alves quand’era al Valencia, Aurelio Gomes ai tempi del Psv. Una bella scuola negli ultimi anni. Quando sono arrivato in Italia si diceva che i portieri brasiliani fossero tutti scarsi».
Inter: quei quattro difendono e Lukaku segna.
«Ha il fisico bestiale e il senso del gol di un attaccante vero. Non è facile cambiare lingua, Paese, calcio e abituarsi velocemente, mi sembra che ci stia riuscendo. Una persona positiva: con le sue parole ha anche dato una sberla con educazione ai razzisti da stadio. Domenica ho visto cose incredibili in Atalanta-Fiorentina: bravo l’arbitro a fermare il gioco».
Ai suoi tempi com’era?
«La situazione sembra migliorata. Ricordo a Messina quel giocatore (Zoro, ndr) che voleva lasciare il campo per i buu ed è stato convinto a restare dai compagni. Con le conoscenze di oggi non è possibile che ancora si discrimini per la pelle. È una sfida che il calcio sta combattendo da oltre vent’anni e che va vinta. Da Infantino in giù ci stiamo impegnando».
La Champions dell’Inter non è cominciata bene.
«Fortuna che Borussia e Barcellona hanno pareggiato. Ma è la prima partita. Nessuno credeva alla mia Inter nel 2010, invece un gol di Sneijder ci qualificò quasi all’ultimo e poi abbiamo superato tutti i campioni nazionali: Chelsea, Cska, Barcellona e Bayern. Non è il miglior momento per il Barça oggi. Io ci credo: se si passa il turno la carica sarà incredibile».
In Europa soffriamo ancora un complesso d’inferiorità?
«Qualcosa c’è: non vengono più i campioni di una volta. Bisogna riconquistarli. Ronaldo alla Juventus è una spinta per tutti: attira l’attenzione, alza il livello del gioco».
Che cosa farà da grande Julio Cesar?
«L’agente. Seguo corsi, studio e sto organizzando un’attività a Lisbona dove ormai vivo».
E intanto è una «leggenda» Fifa.
«Infantino è una persona molto onesta che cerca di riportare in alto la Fifa. Gli diamo una mano. E poi è interista...».
© RIPRODUZIONE RISERVATA