Se da una parte l'impresa dell'Inter è stata archiviata per guardare alle sfide future, dall'altra c'è chi anche in quest'impresa trova il modo di pungere i nerazzurri sul tema del gioco. "Ogni tanto, martedì sera, mentre guardavo la partita del Napoli e mi entusiasmavo per l’atteggiamento della squadra di Spalletti, mai alle corde contro un avversario tosto come il Liverpool, cambiavo canale per vedere l’Inter impegnata contro il Bayern. Sarò stato sfortunato, ma ogni volta che giravo il pallone ce l’avevano sempre i tedeschi... È vero che i nerazzurri avevano tante riserve, ma pure il Bayern. Qui è una questione di mentalità, che va corretta altrimenti diventa un problema. Inzaghi è bravo, ma deve dare una sua identità alla squadra e non affidarsi solo al contropiede". L'analisi di Arrigo Sacchi, che ai nerazzurri perdona poco o nulla, arriva proprio all'indomani del passaggio del turno in Champions League. La legge non scritta del risultato che rende più brillante anche la prestazione vale per tutti tranne che per l'Inter. D'altronde il gioco di Inzaghi non ha mai entusiasmato Sacchi, che a settembre rimproverava un atteggiamento poco aggressivo ai nerazzurri: "Inzaghi è cresciuto negli anni, ma alla fine rimane un buon tattico. Il principio è sempre il solito: prima non prenderle, poi si vedrà. L'Inter pratica un 5-3-2 con sovrabbondanza di giocatori in difesa, gli attaccanti e i centrocampisti sono sempre in inferiorità numerica". Arrigo cambia canale spesso, ma il messaggio all'Inter è sempre lo stesso.
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