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L’Inter di Mancini ha un gioco: è un dato di fatto. Ma i numeri parlano chiaro: manca…

Si dice da sempre che il campionato italiano lo vinca la squadra che subisce meno gol. Non è probabilmente un caso quindi che la Juventus, prima in classifica, ne abbia subiti solamente 12 e che la Roma, che la tallona a 7 punti di distanza, ne...

Sabine Bertagna

Si dice da sempre che il campionato italiano lo vinca la squadra che subisce meno gol. Non è probabilmente un caso quindi che la Juventus, prima in classifica, ne abbia subiti solamente 12 e che la Roma, che la tallona a 7 punti di distanza, ne abbia subiti 17. Il Napoli, a -12 dalla prima e a -5 dalla seconda, in quanto a reti incassate ha un leggero tracollo: 30. Lo stesso numero di reti subite dall'Inter che è a -22 dalla capolista. Per dire. Avere una difesa allegra non aiuta a realizzare punti in classifica, purtroppo.

Le reti realizzate finora dall'Inter raggiungono quota 37. Spaccando il dato in due troviamo che 17 reti sono state realizzate dall'Inter di Mazzarri (delle quali 7 sono state segnate in una sola partita) e 20 da quella di Mancini. Delle 37 reti subite 14 risalgono all'era Mazzarri, 16 sono da attribuire a quella moderna Manciniana. 11 le partite nelle quali l'allenatore che sedeva sulla panchina dell'Inter era Walter Mazzarri, 12 quelle in cui alla guida c'era Roberto Mancini. La fotografia descrive solo in parte l'attuale stagione dell'Inter. Non racconta nulla del cambio di gioco coinciso con quello dell'allenatore, per esempio. I miglioramenti, su quel fronte, necessitano di tempo per poter trovare conferma anche nei numeri.

La difesa rappresenta al momento il punto più debole dell'Inter. Brutte abitudini, amnesie, incredibili svarioni. Quelli che hanno permesso al Celtic di agguantare un pareggio negli ultimi 30 secondi. Gli stessi che hanno permesso al Torino di portare a casa un'insperata vittoria al 94°. Errori identici hanno permesso al Napoli di eliminare l'Inter dalla Coppa Italia, guarda caso nei minuti di recupero. C'è un momento particolarmente pericoloso per i risultati dell'Inter. Gli attimi finali, il recupero, l'ultima azione utile della partita. E' quello il momento in cui i peggiori fantasmi hanno la meglio sui nerazzurri. E' quello il momento sul quale Mancini dovrà concentrare tutte le sue attenzioni. Lavorando sulla testa della squadra e probabilmente anche sugli interpreti. Con una certa urgenza. Prima che questa tendenza diventi una patologia troppo seria per essere estirpata.

Twitter @SBertagna