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Investire in una squadra di calcio? Ma chi te lo fa fare! È un pensiero che spesso ricorre tra tifosi e addetti ai lavori, ma una frase detta poco tempo fa dal presidente dell'Inter Moratti fa riflettere sul perché spesso oligarchi russi e scicchi mediorientali "usino" le squadre di calcio per dar fondo alle loro spese folli. Moratti disse: «Quando vado all’estero per fare affari, mi chiedono prima dell’Inter e poi del petrolio», così succede che grandi aziende, sovente impegnate in business che assumono contorni imbarazzanti agli occhi dell’opinione pubblica, scelgano di guadagnare la ribalta internazionale con superacquisti di squadre di calcio e di calciatori. Il pioniere di questo "new deal" fu Roman Abramovich, che per farsi conoscere a livello mondiale, aveva scelto di rilevare il Chelsea. Au contraire, il presidente dell’Inter, Massimo Moratti, sembra averne avuto abbastanza di stare sotto i riflettori. E, dopo aver vinto tutto quello che mai nessun presidente italiano aveva mai vinto in un solo anno, il triplete, ha deciso di avviare la dismissione dell’Inter o di una quota della società. Probabilmente si tratterà di un passaggio graduale, attraverso una coabitazione con un investitore come socio di minoranza, prima del nuovo stadio e poi del club, ma di certo il processo è avviato. Importanti la cifre, perché l’Inter nonostante i deludenti risultati degli ultimi due anni è ancora tra i top club mondiali, quelli per cui le valutazioni, nonostante le perdite milionarie annuali, girano intono a due volte il fatturato. Tolti i fronzoli dal valore della produzione, si tratta di 200 milioni l’anno di ricavi che moltiplicati per due fanno 400 milioni di euro per l’intero capitale. Le stime di qualche anno fa erano più lusinghiere, ma se così fosse i Moratti, in particolare Massimo che attraverso la Internazionale Holding srl controlla il 98% della società, potrebbe mettersi in tasca vendendo il 49% dell’Inter più di quanto incassato dalla famiglia (178,5 milioni di euro) cedendo il 13,7% della Saras ai russi della Rosneft. Ma chi potrebbe comprare le quote dell'Inter? Una lista approssimativa, ma ampia, di interessati è stata stilata dai consulenti della Lazard, una banca che si occupa per lo più di grandi acquisizioni e di affari finanziari. Per loro chi vuole investire nell’Inter, deve tener presente tre direttive: è uno dei club più famosi del mondo, rappresenta uno strumento di comunicazione molto potente con un raggio d’azione globale e come brand ha grandi potenzialità di sviluppo. Al momento, la squadra dovrebbe contare su circa 20 milioni di tifosi dichiarati, ma con qualche accorgimento se ne potrebbero raggiungerne altri 140 milioni nel mondo. Chiunque potrebbe essere interessato a un brand simile, sia che provenga dalla Russia o dall’India, dall’Asia o dal Messico, dagli Stati Uniti o dai Paesi Arabi. Non c’è ancora niente di definitivo, ed è stato escluso l’interesse della Rosneft, ma dopo una prima scrematura attesa per fine giugno, entro l’estate potrebbe arrivare il rush finale. La trattativa si limiterà a due o tre pretendenti tra i quali, ad oggi, figurano investitori statunitensi, indonesiani e kazaki.
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