Un gesto che ha spiazzato lì per lì i compagni e anche Simone Inzaghi, che però poi ha apprezzato. Si legge ancora: "Sapeva che il cileno era ancora a secco in Serie A. Nonostante il cronometro segnasse il 97', ha avuto la lucidità per pensare prima al gruppo che a se stesso. Se da un lato Inzaghi avrebbe preferito chiudere il match, dall'altro lo ha fatto felice l'attenzione che il suo vice capitano ha mostrato nei confronti di un compagno in difficoltà e bisognoso di un'iniezione di fiducia".
Sanchez cerca ormai da settimane l'episodio che possa cambiargli la stagione. "Soffre perché gioca poco e non riesce a trovare la via del gol con la continuità dello scorso anno a Marsiglia. Aveva bisogno della prima gioia stagionale in A e Barella ha anteposto la soluzione personale al bisogno di un compagno. E' stato un messaggio che lo spogliatoio ha colto e apprezzato", sottolinea la rosea.
Ed è questa decisione, per quanto sbagliata in quel momento, a confermare la solidità del gruppo nerazzurro. Uno spogliatoio capace di compattarsi ancora di più dopo gli addii di elementi di spicco la scorsa estate, quando "tutti ad Appiano Gentile hanno capito che bisognava essere ancora più squadra rispetto al passato".
Tra l'altro, non si tratta dell'unico gesto. "Così si spiegano anche le parole di Calhanoglu, che ha difeso Arnautovic dopo gli errori contro il Verona, lo scherzo un po' pericoloso di Thuram all'amico Pavard durante i festeggiamenti in campo per il 4-0 all'Udinese e l'assenza di polemiche da parte di chi ha giocato molto meno di quanto sperava (Frattesi, Asllani, Sanchez). Tutti "particolari" che fanno felice Inzaghi e gli permettono di capire che la strada è quella giusta", conclude il focus.
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